Neocatecumenali, Francesco: «Camminare insieme con umile semplicità»

Il Papa ha incontrato oltre 100mila pellegrini provenienti da oltre 134 nazioni per festeggiare i 50 anni dalla fondazione del Cammino: «Solo Chiesa libera da trionfalismi testimonia che Cristo libera l’uomo»

Nella spianata di Tor Vergata Papa Francesco ha ricevuto, sabato 5 maggio, l’abbraccio di oltre 100mila pellegrini del Cammino neocatecumenale giunti da 134 nazioni, in occasione dei 50 anni dalla fondazione. Sotto l’enorme riproduzione del quadro raffigurante l’apocalisse, dipinto da Kiko Arguello, Francesco ha inviato alcune comunità delle parrocchie di Roma a portare la loro missione di fede e aiuto nelle periferie della Capitale. Poco prima aveva benedetto e consegnato le croci ai responsabili di 34 nuove missio ad gentes che hanno ricevuto il mandato di portare la Parola in varie parti del mondo.

E proprio l’evangelizzazione è stato il tema centrale scelto da Francesco per il suo discorso, nel quale ha definito la missione come prioritaria per la Chiesa di oggi. Una Chiesa che per essere seriamente missionaria deve essere «svincolata da potere e denaro, libera da trionfalismi e clericalismi, sorella dell’umanità» evitando «proselitismo» e amando «culture e tradizioni dei popoli, senza applicare modelli prestabiliti». Ad ascoltare le parole del Pontefice, oltre al fondatore Kiko, c’erano anche 16 cardinali e una novantina di vescovi. Poi le comunità di tutto il mondo: India, Cina, Taiwan, Giappone, Cambogia, Pakistan, Burkina Faso, Senegal, Egitto, Islanda, per citarne solo alcune.

Ai “missionari”, e non solo a loro, Francesco «chiede di partire», anche se «nella vita è forte la tentazione di restare, di non prendere rischi, di accontentarsi di avere la situazione sotto controllo». È l’invito di Gesù, «chiaro», che non ammette comodità, non «autorizza trasferte ridotte o viaggi rimborsati». Bisogna «essere sempre in uscita, pellegrini nel mondo alla ricerca del fratello che ancora non conosce le gioie dell’amore di Dio». Quella di non avere comodità è anche un’esigenza, non è necessario portare molte cose nel viaggio, «bisogna essere agili, non si possono portare dietro tutte le suppellettili di casa». Non è facile, per «annunciare bisogna rinunciare, solo una Chiesa che rinuncia al mondo annuncia bene il Signore». Solo una Chiesa «svincolata da potere e denaro, libera da trionfalismi e clericalismi, testimonia in modo credibile che Cristo libera l’uomo». Chi «per suo amore, impara a rinunciare alle cose che passano, abbraccia questo grande tesoro: la libertà».

“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli” dice Gesù nel Vangelo di Matteo. «Andate», questo verbo, ha sottolineato il Papa, «ci dice ancora una cosa: che si coniuga al plurale. Camminare insieme è un’arte da imparare sempre, ogni giorno». È «pienamente missionario non chi va da solo, ma chi cammina insieme». Ai Neocatecumenali il Papa ha raccomandato di andare «avanti insieme, senza isolarsi e senza imporre il proprio senso di marcia, uniti, come Chiesa, coi Pastori, con tutti i fratelli, senza fughe in avanti e senza lamentarsi di chi ha il passo più lento». In questo contesto è necessario applicare «cura e rispetto per il cammino di ciascuno, perché la risposta a Dio matura solo nella libertà autentica e sincera».

“…fate discepoli” dice Gesù in Matteo, «ecco la missione. Non dice: conquistate, occupate». Il senso è «condividete con gli altri il dono che avete ricevuto, l’incontro d’amore che vi ha cambiato la vita». Non si tratta di fare proselitismo, ma di attrarre a sé, «non contano gli argomenti che convincono, ma la vita che attrae, non la capacità di imporsi, ma il coraggio di servire». “Tutti i popoli…”, «quando Gesù dice “tutti” – per Francesco – sembra voler sottolineare che nel suo cuore c’è posto per ogni popolo». Per questo «amate le culture e le tradizioni dei popoli, senza applicare modelli prestabiliti – ha indicato Francesco -. Non partite dalle teorie e dagli schemi, ma dalle situazioni concrete: sarà così lo Spirito a plasmare l’annuncio secondo i suoi tempi e i suoi modi».

Dopo l’intervento del Papa, la benedizione e la consegna delle croci, e infine il canto dell’inno Te Deum come ringraziamento per questi 50 anni di Cammino. Sul grande palco rosso anche una grande foto di Carmen Hernàndez, co-iniziatrice del Cammino Neocatecumenale, insieme a Kiko, morta il 19 luglio 2016. «Ringraziamo il Signore per questi 50 anni» ha concluso il pontefice, «Guardando alla sua amorevole fedeltà, non perdete mai la fiducia: vi custodirà, spronandovi al tempo stesso ad andare, come discepoli amati, verso tutti i popoli, con umile semplicità».

 

 

7 maggio 2018