Nella basilica dei Santi Apostoli rinasce l’altare paleocristiano

Presentata anche la nuova area archeologica del chiostro, venuta alla luce dopo diverse esplorazioni archeologiche. I restauri avviati con la ricognizione del 2016

Tra storia e memoria, tra nuove scoperte archeologiche e fede. Il periodo paleocristiano ora rivive nella basilica e nel Convento dei Santi Apostoli, dove venerdì 1° dicembre sono stati presentati l’altare paleocristiano e la nuova area archeologica del chiostro, venute alla luce negli ultimi anni dopo diverse esplorazioni archeologiche condotte dai conventuali francescani. L’altare dei santi Filippo e Giacomo, costruito da pontefici Pelagio I e Giovanni III, risalente al VI secolo – e dove venivano conservate le reliquie degli Apostoli – è stato interessato dal restauro a partire dal 2016, a seguito di una ricognizione archeologica condotta da padre Agnello Stoia, allora parroco della basilica.

«L’obiettivo è stato fin da subito quello di dare maggiore lustro e valore al “contenitore” delle reliquie degli Apostoli, che prima si trovava in un ambiente troppo angusto e di difficile accesso anche per gli stessi addetti ai lavori», ha spiegato l’archeologo e religioso fra’ Simone Schiavone. I lavori ebbero dunque inizio nel 2019, ha ricordato l’architetto Danila Barsottini, della Soprintendenza Speciale di Roma, «procedendo innanzitutto a recuperare tutto il materiale “movibile” dell’altare, dunque le varie lastre e i pilastri che lo componevano», con la conseguente catalogazione, pulitura, messa in sicurezza della struttura stessa e successivo ritorno alla bellezza originaria. L’operazione seguente del restauro ha interessato anche l’ampliamento stesso della zona dove si trova l’altare, per permettere una più facile fruizione dello stesso.

«Una delle tante difficoltà – ha continuato fra’ Schiavone – è stato dover tenere conto e ristabilire alcune forze che erano state modificate da interventi di restauro troppo invasivi risalenti al 1800». L’altare comunque non conserva la posizione originaria del VI secolo, ma «a seguito di una sopraelevazione del piano presbiterale, risalente all’Alto Medioevo, fu smontato e spostato, anche con modifiche importanti» ha aggiunto il religioso francescano. Collegata alle spiegazioni di fra’ Schiavone e dell’architetto Barsottini, la prolusione della professoressa Alessandra Guiglia, della Sapienza di Roma, che ha portato all’attenzione dei presenti la storia dell’arte scultoria nella Roma bizantina del VI secolo.

Per quanto riguarda la parte archeologica del chiostro e il mosaico scoperto negli scavi del 2021 del Convento dei Santi Apostoli, chi se ne è occupato è stato il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana. Gli scavi sono nati poiché sul lato sinistro del Chiostro, nel 1996, furono trovati diversi piani pavimentali, tra i quali quelli della prima chiesa risalente sempre al VI secolo, hanno spiegato i professori Giandomenico Spinola, dei Musei Vaticani, e Olof Brandt. «Questo – hanno raccontato – ha fatto credere agli archeologici francescani di poter con molta probabilità trovare il proseguimento di questi mosaici e dell’abside in modo speculare nella parte opposta del chiostro. Dunque il ritrovamento della continuazione del piano pavimentale lungo 8 metri e 30 centimetri e largo poco meno di due metri». Un pavimento «che conferma la presenza di un abside rivolto verso nord e che ha uno stile tipico della città di Roma», ha sottolineato Brandt. In particolare Spinola, poi, ha spiegato come «siano stati degli scavi piacevolmente anomali, poiché spesso in Vaticano siamo abituati a lavorare su scoperte di cantieri edili, con tutte le problematiche e i ritardi che questo comporta, mentre nel caso dei Santi Apostoli abbiamo fin da subito lavorato su un vero e proprio progetto archeologico. Questo ci ha facilitato e ha messo in chiaro l’obiettivo di rivalorizzazione e scoperta culturale che stava a cuore».

«Ricchezza, cultura, storia. È quello che rappresenta l’apertura al pubblico di queste realtà archeologiche», ha infine spiegato il parroco della basilica dei Santi Apostoli, fra’ Francesco Celestino. «Tutta la basilica quindi godrà di queste bellezze e chi ha lavorato, in questi ultimi anni, è stato bravo a coordinare le esigenze e la professionalità degli scavi con quelle liturgiche della chiesa. Le ricchezze che sono qui vanno infatti di pari passo con la fede».

4 dicembre 2023