Nel santuario dei nuovi martiri, una memoria della strage di Marzabotto

San Bartolomeo all’Isola accoglie una lettera di padre Capelli, giovane dheoniano ucciso dai tedeschi insieme ad altri 44 uomini, il 1° ottobre 1944

Aveva 32 anni padre Nicola Martino Capelli, giovane sacerdote dehoniano «di non comune carità cristiana e profondo spirito apostolico», quando fu ucciso dai tedeschi insieme ad altri 44 uomini, il 1° ottobre 1944, nella strage di Marzabotto, durante la seconda guerra mondiale. Ucciso proprio per il «coraggio ed eroismo» con cui portava «conforto ai civili presi in ostaggio, per rappresaglia, dai tedeschi».

Così viene ricordato il religioso, predicatore itinerante nelle piccole comunità dell’Appennino per tutta l’estate del 1944. Fino a quel periodo, tra il 29 settembre e il 5 ottobre, in cui diversi paesi alle pendici di Monte Sole furono colpiti da molteplici episodi di violenza efferata, in cui furono uccise circa 800 persone, per lo più inermi: donne, bambini, anziani e religiosi.

Porta la firma di padre Capelli la lettera che questa sera, 13 novembre, alle 20 sarà accolta nella basilica di San Bartolomeo all’Isola, voluta da Giovanni Paolo II come santuario dei nuovi martiri, con una preghiera solenne. Memoria di una violenza a motivo della quale, nell’eccidio di Monte Sole, persero la vita insieme a padre Capelli altri quattro religiosi: don Giovanni Fornasini,  ucciso mentre seppelliva i corpi delle vittime degli eccidi dei giorni precedenti; don Ubaldo Marchioni, ucciso insieme a tre anziani nella chiesa di Santa Maria Assunta durante un’irruzione delle truppe tedesche; don Ferdinando Casagrande, ucciso dopo essere uscito dal rifugio per seppellire i morti e cercare cibo; da ultimo, don Elia Comini, ucciso insieme a padre Capelli, gettati nella botte d’acqua dello stabilimento delle Industrie Canapiere Italiane, dopo essersi confessati a vicenda.

Nato a Nembro, in provincia di Bergamo, il 20 settembre 1912, Nicola Martino Capelli era entrato a 12 anni nella Scuola apostolica dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Albino (Bergamo), fatta la prima professione religiosa nel 1930 nel noviziato di Albisola Superiore (Savona), una volta completati gli studi nel seminario regionale Benedetto XV di Bologna venne ordinato sacerdote il 26 giugno 1938, nello Studentato delle Missioni di Bologna. Dal 1939 al 1942 frequentò a Roma il Pontificio istituto biblico e il Pontificio Ateneo di Propaganda Fide, conseguendo con lode la licenza in teologia.

Nel 1943-1944 insegnò sacra scrittura nello Studentato teologico di Bologna, sfollato dal settembre 1943 a Castiglione dei Pepoli e, poi, dal 6 luglio 1944 a Burzanella (Castiglione dei Pepoli). Qui, il 18 luglio 1944, con padre Enrico Agostini chiese grazia per i cinque partigiani arrestati e giudicati dai tedeschi. Confessò uno dei due condannati, Sirio Fabbri, ricoprendo poi i cadaveri con un lenzuolo. Nello stesso giorno si recò a rintracciare altri partigiani caduti nei dintorni. Durante l’estate, dal 24 giugno 1944, fu presente come predicatore a Veggio (Grizzana), Vedegheto (Savigno), Montasico (Marzabotto), Venola.

13 novembre 2019