Nel nord ovest della Siria uccisi o feriti più di 125 bambini

Save the Children: a ottobre il più alto numero di vittime tra i minori dall’inizio del cessate il fuoco. Situazione deteriorata a Idlib, Aleppo e Hama

Almeno 43 bambini uccisi e altri 84 feriti: è il bollettino di guerra al tempo del cessate il fuoco – in vigore dal marzo scorso – nel nord ovest della Siria. E il picco si è verificato nel mese di ottobre, con 27 piccoli uccisi o feriti, pari a un quarto del numero totale di vittime tra i minori. La situazione della sicurezza si è deteriorata a Idlib, Aleppo e Hama, con segnalazioni di ordigni esplosivi improvvisati (Ied), bombardamenti e colpi di artiglieria in tutta la regione.

La denuncia arriva da Save the Children, insieme all’invito a tutte le parti in conflitto a rispettare le leggi internazionali umanitarie e sui diritti umani. Nonostante il cessate il fuoco concordato a marzo tra le parti in guerra infatti i dati analizzati dall’organizzazione mostrano che nel nord-ovest del Paese si sono verificate frequenti violenze che hanno devastato la vita dei bambini e delle loro famiglie, colpendo case, ospedali e scuole. Da marzo, 273 civili sono stati uccisi e 875 feriti nelle tre province nord-occidentali di Idlib, Hama e Aleppo. Una media di 143 morti o feriti al mese. In tutto il nord-ovest, a settembre e ottobre sono stati circa 45 gli episodi di violenza contro i civili. Solo all’inizio di novembre, quattro bambini sono stati uccisi durante intensi bombardamenti su diversi villaggi a Idlib.

A raccontarlo, le parole di Sami, 10 anni, che ha perso madre e fratello durante un attacco a Maarat Al Numan, a sud di Idlib. «Non mangerò mai più il gelato. Non mi piace più – afferma -. È a causa del gelato che mia madre e mio fratello sono morti. Ho chiesto loro di portarmi a prendere un gelato. L’aereo ha colpito il negozio quando erano lì e sono morti» . O quelle di Fouad, padre di tre figli: «Il momento più difficile del bombardamento arriva quando i tuoi bambini ti guardano negli occhi e vengono a nascondere il loro volto sulle tue ginocchia. Pensano che tu come padre puoi proteggerli quando non puoi proteggere neanche te stesso».

Parla di situazione «sempre più intollerabile» Sonia Khusuh, direttrice dell’emergenza di Save the Children in Siria. Questi numeri, afferma, «ci ricordano come siano soprattutto i minori a sopportare il peso di questa guerra. Anche in periodi senza una grave escalation militare, vengono uccisi e mutilati. I bambini nel nord-ovest della Siria – prosegue – vivono in costante pericolo. Devono fuggire dalle proprie case a causa del conflitto, cercando allo stesso tempo protezione dalla mortale pandemia di coronavirus. Vanno a dormire affamati perché le loro famiglie non riescono a trovare cibo a sufficienza»

Secondo un recente rapporto di Save the Children negli ultimi mesi 700mila minori in più stanno soffrendo la fame in Siria a causa dell’economia gravemente danneggiata, della violenza e dell’impatto delle restrizioni dovute al Covid-19. I dati delle Nazioni Unite mostrano che il numero di contagi confermati del virus è aumentato di 20 volte tra la seconda settimana di settembre e la metà di ottobre. Oltre a questo, i bambini sono particolarmente esposti all’impatto delle armi esplosive. Save the Children rinnova quindi l’invito a tutte le parti in conflitto a proteggere meglio i ragazzi e le loro famiglie, a salvaguardare infrastrutture vitali come scuole e ospedali e a rispettare le leggi internazionali umanitarie.

27 novembre 2020