Nel mondo è malnutrito un bambino su tre

Save the Children lancia “Emergenza fame”, per dare cibo terapeutico, acqua e cure mediche a tanti piccoli malnutriti. Raccolta fondi fino al 31 dicembre

Covid-19, conflitti e cambiamenti climatici. Una combinazione letale, che ha portato il pianeta sulla soglia della più grave emergenza alimentare del 21° secolo. Basti pensare che nel mondo oltre 40 milioni di persone sono a livelli di insicurezza alimentare di “crisi” o di “emergenza” e la situazione è in rapido peggioramento in 16 paesi in Africa, 4 in America Centrale e 3 in Asia. Sono circa 5,7 milioni i bambini sotto ai cinque anni sull’orlo della fame: oltre il 50% in più rispetto al 2019. Ogni anno muoiono oltre 5 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni e la malnutrizione continua a contribuire al 45% di questi decessi; ogni anno dunque  oltre 2 milioni di bambini muoiono anche a causa della malnutrizione: 1 ogni 15 secondi. E si attende un aggravarsi del bilancio, a motivo delle conseguenze del Covid-19.

Ad accendere i riflettori su questa realtà è Save the Children, che in vista della Giornata mondiale dell’Alimentazione, che si celebra il 16 ottobre, insieme al nuovo rapporto sulla malnutrizione dei bambini lancia la campagna di comunicazione e raccolta fondi “Emergenza fame”: un appello urgente per dare cibo terapeutico, acqua e cure mediche a tanti piccoli malnutriti. Moltissimi orami, denunciano dall’organizzazione, gli «epicentri della fame» e il trend dell’insicurezza alimentare è in peggioramento in tutto il mondo. Entro pochi mesi, prevedono, anche a causa del Covid-19, altri 2,6 milioni di bambini saranno colpiti dalla malnutrizione cronica e circa 9,3 milioni vivranno i terribili effetti della malnutrizione acuta: un aumento di oltre il 6% in un periodo brevissimo. La stima è che salirà a oltre 200 milioni il numero di bambini che soffriranno di malnutrizione. Un aumento così rapido e ampio, osserva la direttrice generale di Save the Children Italia Daniela Fatarella, che «è come se in pochi mesi tutti i bambini italiani al di sotto dei cinque anni fossero colpiti dalla più grave forma di malnutrizione. Un bambino su tre nel mondo oggi è denutrito e per la prima volta dopo decenni, fame e malnutrizione infantile sono in aumento, con molte famiglie e comunità che faticano a procurarsi cibo nutriente a sufficienza per i propri figli. La crisi climatica, la pandemia e il dilagare dei conflitti sono diventati per i bambini un mix pericolosissimo – aggiunge -, che ha annullato i progressi ottenuti in decenni contro la mortalità infantile e ha portato i livelli di fame e malnutrizione a un livello mondiale mai raggiunto prima. Se non si agisce immediatamente, migliaia di bambini potrebbero morire, invertendo per la prima volta la curva dei progressi ottenuti finora».

Tempeste, inondazioni, siccità, così come il Covid-19 e i conflitti, hanno avuto un profondo impatto su raccolti, bestiame, prezzi del cibo e mezzi di sussistenza, «ma nel mondo di oggi, dove c’è abbastanza cibo per sfamare tutti se distribuito in modo equo, è scandaloso che milioni di persone debbano soffrire la malnutrizione e la fame. Nelle crisi – si legge nel rapporto di Save the Children – i bambini sono sempre i più vulnerabili perché senza cibo nutriente adeguato non possono svilupparsi come dovrebbero e sono ad alto rischio di malnutrizione acuta. Questo può portare a rachitismo, con danni irreversibili sullo sviluppo fisico e cognitivo del bambino, o alla morte». Oltre l’80% delle persone che si trovano in una condizione di insicurezza alimentare, povertà o che abitano in aree con conflitti in corso, vivono anche in Paesi dove sono estremamente frequenti catastrofi naturali. Quasi 2 miliardi di persone, poco meno di un quarto della popolazione mondiale, vivono in aree che soffrono di carenza idrica e si prevede che questo numero crescerà fino a raggiungere circa la metà della popolazione mondiale entro il 2030. Per quanto riguarda i minori, si stima che siano 710 milioni quelli nei 45 Paesi a più alto rischio di subire l’impatto del cambiamento climatico mentre, a livello globale, centinaia di milioni di minori vivono in regioni in cui il cambiamento climatico sta influenzando profondamente le loro vite. Tanto che sono in costante aumento i movimenti di popolazione legati al cambiamento climatico.

A contribuire a compromettere decenni di progressi a tutela dei bambini più vulnerabili, anche la pandemia di Covid-19, con i momenti più critici nei quali l’accesso alle catene di approvvigionamento, alle scorte di cibo e agli aiuti umanitari è risultato sempre più difficile. E mentre milioni di famiglie precipitavano nella povertà, i più piccoli hanno sofferto la fame perché i capifamiglia avevano perso lavoro e fonti di reddito. Anche la chiusura delle scuole a causa del Covid-19, spesso unico luogo dove i bambini riuscivano ad avere un pasto sicuro, ha avuto un impatto enorme sulla possibilità per i bambini di accedere a cibo a sufficienza: 370 milioni, in tutto il mondo, quelli che non hanno avuto accesso ai pasti nelle scuole, dove i programmi nutrizionali hanno subito una riduzione complessiva del 60%. «Entro il 2022 – osservano da Save the Children – le difficoltà che stanno vivendo i sistemi sanitari a causa del Covid-19 potrebbero portare a ulteriori 168mila morti infantili, a oltre 2 milioni di casi di anemia materna e a più di 2 milioni di bambini nati da donne con un basso indice di massa corporea e, di conseguenza, con rischi molto alti per la salute dei neonati. I primi studi mostrano, inoltre, che i bambini malnutriti rischiano di essere colpiti da forme più gravi di Covid-19».

Ancora, la fame è «causa e conseguenza di conflitti»: si stima che il 60% delle persone e l’80% dei bambini che soffrono la fame nel mondo viva in Paesi in cui vi sono conflitti in corso, la maggior parte dei quali è causato da controversie sul cibo, sull’acqua o sulle risorse necessarie per produrli. Dieci delle 13 peggiori crisi alimentari del mondo sono causate da conflitti. E con l’intensificarsi del conflitto e della fame, i bambini sono sempre i più colpiti, vedendo triplicare la probabilità della malnutrizione. Il conflitto e l’instabilità impediscono il lavoro nei campi, ostacolano la consegna degli aiuti umanitari e costringono le famiglie a fuggire dalle proprie case, dalla propria terra e da tutte le fonti di sostentamento autonomo. Si calcola che attualmente siano 82,4 milioni le persone in fuga.

Il Sahel, la Somalia, l’Etiopia, ma anche l’Afghanistan – dove dopo la presa del potere da parte dei talebani si sono interrotti gli aiuti umanitari -, la Siria alle prese con un conflitto che dura da oltre 10 anni, lo Yemen, l’India. Nel rapporto di Save the Children vengono presi in esame i diversi «epicentri della fame», che è «ogni giorno di più un’emergenza che non può essere sottovalutata dall’intera comunità internazionale – afferma ancora Fatarella -. Sono i bambini a pagare il prezzo più alto di povertà, conflitti, crisi climatica e pandemia e siamo tornati a vedere il numero dei bambini che vanno a letto con la pancia vuota che cresce di nuovo, gettando un’ombra nera sul futuro di intere generazioni in cui bambini rischiano di non sopravvivere per la mancanza di cibo. Non possiamo voltarci dall’altra parte – il monito -: un mondo che consente che vi siano bambini che muoiono di fame è un mondo ingiusto e di fronte a tutto questo dobbiamo agire, altrimenti saremo tutti responsabili. Tutti possono fare qualcosa, a partire dalla comunità internazionale, dai donatori privati fino alle singole persone: siamo di fronte a un’emergenza e il contributo di tutti è fondamentale per poter evitare che anche solo un bambino in più perda la vita perché non ha avuto di che mangiare». È l’obiettivo della campagna “Emergenza fame”, a cui è possibile contribuire attraverso un sms solidale o una chiamata da rete fissa al 45533, attivo fino al 31 dicembre, per dare cibo terapeutico, acqua e cure mediche a tanti bambini malnutriti. La campagna di raccolta fondi, che sarà sostenuta attraverso spazi televisivi su La7 e Tv2000, supporterà lo sviluppo di interventi di contrasto alla malnutrizione in Afghanistan, India e Somalia. Simbolo della campagna il MUAC, il braccialetto per la misurazione della malnutrizione dei bambini.

14 ottobre 2021