Nel decreto Aiuti bis nessun sostegno al non profit

Dopo l’approvazione del Senato, sale la richiesta di correttivi. Pannucchi (Forum terzo settore): «Nessun ristoro per le attività socio-assistenziali. Segnale molto negativo»

Via libera definitivo, il 13 settembre, in Senato al dl Aiuti bis. In attesa della conversione in legge alla Camera prima della scadenza dell’8 ottobre, il provvedimento da circa da 17 miliardi di euro è stato approvato con 182 voti favorevoli, nessuno contrario e 21 astenuti. La situazione si è sbloccata dopo il “voto unanime” delle commissioni Bilancio e Finanze di Palazzo Madama sull’emendamento che rivede il discusso meccanismo della cessione del credito nel Superbonus. Nessuna novità, tuttavia, è emersa per quel mondo del terzo settore che nelle ultime settimane aveva chiesto attenzione, vista la delicatezza delle attività portate avanti e della grande pressione sugli enti non profit dovuta all’aumento generalizzato dei costi. E così le reazioni non si sono fatte attendere.

«Il Senato approva il dl Aiuti sordo ai numerosi richiami della cooperazione sociale e degli enti del terzo settore che reclamano da tempo sostegno, al pari delle imprese, per far fronte alla moltiplicazione dei costi che gravano sui servizi rivolti alle persone con disabilità, anziane e fragili – dichiara la presidente nazionale di Legacoopsociali Eleonora Vanni -. Attestazioni di stima e promesse elettorali non serviranno a evitare il rischio di soffocamento di un settore che non ripartisce utili, opera per attività di interesse generale ed è il cardine di quell’economia sociale che coniuga contrasto alle disuguaglianze, inclusione sociale e lavorativa e sviluppo locale. Servizi residenziali, assistenza domiciliare, servizi educativi verranno affidati a mercanti senza scrupoli senza garanzia di qualità per i cittadini e i lavoratori? È questo il futuro del welfare di un paese come l’Italia? Chiediamo che siano tempestivamente apportati i necessari correttivi – conclude la presidente di Legacoopsociali – e che a questo settore, che non ribalta i costi sui cittadini utenti dei servizi, sia riconosciuta pari dignità e diritti di aiuto e sostegno per il ruolo importante che hanno nella società e anche nell’economia del paese».

Critica anche Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum terzo settore. «Nessun ristoro contro il caro-energia per le realtà non profit che gestiscono, ad esempio, i servizi di assistenza residenziale, i trasporti sociali e sanitari, o che si prendono cura degli anziani e delle persone con disabilità – afferma -. Il dl Aiuti è stato approvato al Senato senza gli emendamenti che prevedevano sostegni anche agli enti di Terzo settore: un segnale molto negativo, sembrerebbe che l’importanza di attività volte all’inclusione sociale e al contrasto delle disuguaglianze sia riconosciuta più a parole che con i fatti». Al pari delle imprese profit, prosegue, «anche le realtà non profit subiscono pesantemente le conseguenze della crisi energetica ma, diversamente dalle prime, non possono “scaricare” l’aumento dei costi sui clienti. In assenza di aiuti dallo Stato, dunque, le alternative per chi porta avanti un modello economico non incentrato sul profitto ma sulla cura della persona e sulla tutela del bene comune sono solo due: riuscire a farcela con le proprie forze sfidando le condizioni sfavorevoli del momento storico oppure chiudere i battenti. Ci aspettiamo vivamente che si ripari al più presto a questa grave mancanza: dimenticare il Terzo settore significa lasciare ai margini della società proprio chi è più in condizione di svantaggio e sofferenza».

Anche Arci esprime tutta la sua preoccupazione dopo l’approvazione del dl Aiuti senza gli emendamenti che prevedevano sostegni anche agli enti di terzo settore non profit per contrastare il caro energia. «Una dimenticanza grave e incomprensibile che rischia di mettere in ginocchio gran parte del mondo associativo – afferma l’associazione -, compresi tantissimi circoli Arci in tutta Italia: quegli spazi che garantiscono coesione sociale nelle comunità e nei territori anche dando conforto alle persone fragili e alle fasce più deboli della popolazione». Per Arci si tratta di un «segnale molto negativo che potrebbe significare il drastico ridimensionamento delle attività di inclusione e la chiusura di centinaia di spazi sociali e culturali, colpiti da una crescita insostenibile dei costi dell’energia, in molti casi quasi triplicati in un anno. Per superare questa fase drammatica torniamo a sottolineare l’urgenza di aiuti dallo Stato per il terzo settore associativo, anche tassando gli extra profitti delle aziende che stanno speculando sulla situazione creata dalla guerra – conclude l’Arci -. Ci aspettiamo, come evidenziato anche dal Forum terzo settore, che si ripari al più presto a questa grave mancanza, per non veder crescere ulteriormente le diseguaglianze sociali ed economiche, aumentare le povertà e far chiudere centinaia di realtà costringendole a venire meno al proprio fondamentale ruolo di presidio e di solidarietà. Il mondo dell’associazionismo non profit non deve pagare il prezzo dell’ingiustizia di queste regole di mercato».

Con il decreto Aiuti bis, «di fatto il Senato ha votato di aumentare le rette a carico delle famiglie che hanno un proprio caro anziano accolto in Rsa», commenta il Comitato esecutivo di Uneba nazionale (riunitosi ieri, 14 settembre, a Roma), precisando: «Come infatti ha ricordato il Forum del terzo settore, il testo è stato approvato senza gli emendamenti che prevedevano sostegni anche agli enti di terzo settore. Negare questi sostegni – aggiunge il Comitato esecutivo di Uneba – agli enti che si dedicano ai più fragili significa farli affogare, con costi dell’energia così spropositati. O volete che facciano stare gli anziani novantenni al freddo per risparmiare? Nella crisi attuale, perché gli enti non profit possano (faticosamente!) sopravvivere, sono dolorosi ma inevitabili aumenti delle rette a carico delle famiglie – proseguono da Uneba -. Ma questi aumenti sarebbero stati molto inferiori se il Senato avesse inserito nel decreto legge Aiuti bis gli emendamenti proposti. Ora gli aumenti rischiano di essere maggiori: le famiglie degli anziani, o delle persone con disabilità, possono chiederne conto ai senatori, e ai partiti tutti. Che fine hanno fatto – è l’interrogativo – tutte le manifestazioni di attenzione a parole, che abbiamo ricevuto e che riceviamo da tutte le forze politiche? Una prima risposta, amarissima, l’abbiamo ricevuta. Ma non ci arrendiamo. E conserviamo un’ultima prospettiva. Un estremo appello, perché nella prossima, annunciata serie di misure contro il caro energia ci sia, finalmente, l’attenzione a cui il non profit e gli anziani, minori, persone con disabilità hanno diritto». In conclusione, per Uneba «la mancanza di sostegno agli enti non profit che si dedicano ai più fragili in questo momento così drammatico rischia di mettere a rischio la sostenibilità stessa degli enti: già ora alcuni enti hanno ridotto i servizi, in futuro i più piccoli potrebbero essere costretti a chiudere».

15 settembre 2022