Nei giardini della Filarmonica romana, inseguendo comete

Dal 28 giugno il festival “Frammenti”, un’opportunità di immergersi nelle atmosfere della classica del repertorio europeo e d’oriente

Dal 28 giugno il festival “Frammenti”, un’opportunità di immergersi nelle atmosfere della classica del repertorio europeo e d’oriente 

«Le comete sono antichi corpi celesti composti prevalentemente di ghiaccio e polvere formatasi dietro l’orbita dei pianeti più distanti», ovvero «frammenti: tracce dei materiali da cui si è originato il sistema solare, ricchi d’informazioni sulle nostre origini più lontane». Così Matteo D’Amico direttore artistico della Filarmonica racconta come, «inseguendo questa suggestione», i giardini dell’Accademia Filarmonica Romana si trasformeranno quest’estate «in un porto franco, aperto alla reciproca conoscenza, all’incontro tra persone, istituzioni. Un crogiolo di esperienze artistiche, varie e vitali», un tentativo di scoprire «i tanti volti del mondo», sonoro e no.

E il tema “frammenti” è anche il nome dato al festival che, per tutto il mese di luglio, allieterà il pubblico della capitale nella caratteristica cornice alle pendici di Villa Borghese, a pochi passi da Piazza del Popolo. Un’opportunità di immergersi nelle atmosfere della classica del repertorio europeo ma anche nelle vibrazioni d’oriente, attraversando i suoni antichi dell’epoca shakespeariana a quelli pop e rock dei Queen, dalla musica tzigana ai canti del Fado portoghese.

La festa inaugurale, il 28 giugno:
alle 19.30, alla Sala Casella, l’incontro tra Luigi Verdi, Sandro Cappelletto e lo stesso D’Amico sulla figura di Carlo Broschi “Farinelli” anticipa il concerto serale che avrà come protagonisti prima l’Alessandro Quarta e Concerto Romano per un’anteprima del nuovo programma dedicato proprio al famoso cantante lirico castrato del Settecento. A seguire, il Ganges Riverbanks Trio con il chitarrista indiano Vishwa Mohan Bhatt.

L’inizio ufficiale del poliedrico viaggio
attraverso i vari Paesi e le più diverse eredità musicali, ci sarà il 4 luglio: data speciale per il mondo statunitense che celebra l’Indipendence Day. La grande tradizione americana sarà ricordata con le musiche di Gershwin, Porter e Berlin. Nella stessa serata, spazio anche ad alcuni fra i capisaldi della musica d’oggi, come Takemitsu, Maxwell Davies, Kurtág e Riley. L’Imago Sonora Ensemble eseguirà anche una prima assoluta: Thanatopsis, l’ultima composizione scritta da Giacomo Manzoni, il decano dei compositori italiani.

L’itinerario continuerà nelle serate
successive, per approdare in Brasile (6 luglio) ad ascoltare la voce e la chitarra del famoso cantautore Zé Galìa, prima, e l’intrecciarsi dei canti arabi con i suoni dei Balcani, dopo. In Iran si giungerà il 7 luglio, accompagnati dal violoncello di Nasim Saad che sottolineerà la lettura, a cura di Ghazl Shakeri e di Parisa Nazari, dei testi di Forugh Farrokhzad, la più importante poetessa persiana del Novecento, scomparsa ad appena 32 anni nel 1967, che seppe sfidare la mentalità del suo tempo e raccontare, da donna libera quale era, la difficile condizione femminile.

Tante altre tappe seguiranno
fino all’ultima, quella del 15 luglio, con una serata speciale dedicata alle musiche “sacre e profane” dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, «alla ricerca di radici comuni – raccontano gli organizzatori -, fili spezzati e riannodati, linguaggi e storie solo in apparenza lontane».

 

17 giugno 2016