“Le vie del Giubileo”: 330 tappe per riscoprire Roma

Gli itinerari raccolti in un portale, per valorizzare itinerari ed eventi a tematica sacra e spirituale. Il contributo delle comunità ebraica e islamica

Gli itinerari raccolti in un portale, per valorizzare itinerari ed eventi a tematica sacra e spirituale. Il contributo delle comunità ebraica e islamica

Venti grandi percorsi culturali, venti modi speciali di leggere Roma, scoprirne gli scorci e i monumenti più belli: è ciò che promette il progetto “Le vie del Giubileo”. Nata da un’idea del ministero dei Beni culturali, l’iniziativa ha lo scopo di valorizzare – in occasione dell’Anno
Santo – itinerari ed eventi a tematica sacra e spirituale nella città eterna. Frutto di molteplici esperienze e saperi, all’iniziativa hanno collaborato il ministero dell’Interno, il Pontificio Consiglio della cultura e quello per la promozione della nuova evangelizzazione, Roma Capitale, l’Opera romana pellegrinaggi e le due comunità Ebraica e Islamica.

Accedendo al portale, presentato ieri, 29 marzo, in conferenza stampa, si scopre che ogni itinerario predilige un tema: la vita di un santo, di un martire o di un poeta, i capolavori di un artista, le grandi opere di un imperatore, le testimonianze delle tre maggiori religioni monoteiste o i progetti realizzati per i Giubilei del passato. In tutto 330 tappe, stampate anche su 100mila cartine che verranno distribuite nei principali infopoint cittadini. In esse il singolo monumento non è letto come una realtà isolata ma diventa la pagina di una narrazione.

Molte le curiosità che i viaggiatori potranno scoprire sul portale: dai canti di pellegrinaggio alla prima registrazione della voce di un pontefice, Leone XIII, incisa nel febbraio del 1903 su un rullo in cera fonografico conservato alla Discoteca di Stato o le incisioni settecentesche che raffigurano i monumenti all’epoca del viaggio in Italia di Goethe. Molti anche i luoghi meno noti al turismo di massa come l’arco di Costantino a Malborghetto, il Parco degli Acquedotti sulla Tuscolana, o le Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, attigue al Mausoleo di Sant’Elena a Tor Pignattara.

«È un modo per far conoscere la propria storia, le proprie radici, per far sapere – spiega monsignor Liberio Andreatta, vicepresidente dell’Orp – che accanto a noi esistono i fratelli musulmani, i fratelli ebrei. Forse, fino a ieri, sono state ignorate la storia, l’arte e le radici di un passato, come il fatto che gli ebrei fossero a Roma prima dei cristiani. Questo ci fa percepire, anche per i romani stessi oltre che per coloro che visitano Roma, quanto è meraviglioso il laboratorio del dialogo, del confronto, della convivenza e soprattutto della condivisione».

E così tra gli itinerari ci sono Ostia antica, che configura l’ebraismo nei primi secoli della diaspora, e la visita all’ex ghetto, durato 300 anni fino al 1870, anno della breccia di Porta Pia. «Gli ebrei capitolini, che erano qui già dal II secolo, erano chiamati figli di Roma – racconta Giorgia Calò, assessore della Comunità ebraica -. Sono testimoni sempre presenti della storia della Capitale, come provano alcuni siti fra cui il bassorilievo dell’Arco di Tito. Ma anche i percorsi culinari». E dinanzi all’orrore degli attentati che insanguinano il mondo, questa, per l’imam Iaya Pallavicini, sembra essere una bella risposta, «ora che la cultura è oggetto di manipolazione e azzeramento e c’è un uso terroristico dell’islamismo – spiega -. L’Italia può dare un modello di cultura all’Europa e qui a Roma, con il Giubileo, si evidenzia la comune radice di misericordia che è sia nell’ebraismo, sia nell’Islam». Tra le
tappe, c’è anche la Grande moschea.

Un «importante lavoro, questo», lo definisce Dario Franceschini, alla guida del dicastero
dei Beni culturali, che «permetterà a cittadini e turisti di guardare Roma con occhi nuovi e che non terminerà con il Giubileo – assicura – ma farà parte di un percorso ancora più ampio sui cammini e sugli itinerari di tutta Italia». In particolare, conclude il ministro, «abbiamo appena finito di selezionare, tra oltre mille progetti del bando MigrArti, 42 progetti in tutta Italia: sono attività culturali fatte insieme dalle amministrazioni locali con le comunità di migranti di questo Paese che cercano davvero di aiutare la conoscenza e l’integrazione in modo concreto».

30 marzo 2016