“Il futuro è adesso: la scienza per raggiungere lo sviluppo sostenibile”. Si intitola così il rapporto delle Nazioni Unite che sarà lanciato al vertice sugli obiettivi di sviluppo sostenibile del 2019, reso disponibile già da questi giorni. A redigerlo, un gruppo di scienziati. Il rapporto, richiesto da tutti i Paesi per valutare i progressi nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, è il primo del suo genere da quando quattro anni fa sono stati adottati questi obiettivi.

Raggiungere il benessere umano e sradicare la povertà per tutte le persone della Terra è «ancora possibile, ma solo se si verificherà un cambiamento fondamentale e urgente nel rapporto tra le persone e la natura, e una significativa riduzione delle disparità sociali e di genere tra e all’interno dei Paesi», si legge nel testo. L’attuale modello di sviluppo infatti «non è sostenibile» e «i progressi compiuti negli ultimi due decenni rischiano di essere invertiti attraverso il peggioramento delle disuguaglianze sociali e il declino potenzialmente irreversibile dell’ambiente naturale». La conclusione degli scienziati è che «un futuro migliore è ancora raggiungibile ma solo cambiando drasticamente le politiche di sviluppo»

Di qui una chiamata all’azione articolata in 20 punti, i cui interventi possono creare «progressi trasformativi e accelerati verso molteplici obiettivi e traguardi nel prossimo decennio». Azioni mirate che «si basano sulle interconnessioni sistemiche più profonde che identificano sinergie e compromessi tra singoli obiettivi e traguardi». Il rapporto promuove dunque «l’accesso universale a servizi di base di qualità – assistenza sanitaria, istruzione, infrastrutture idriche e igieniche, alloggi e protezione sociale – come prerequisito per l’eliminazione della povertà e i progressi nel benessere umano, con particolare attenzione alle persone con disabilità e altri gruppi vulnerabili». Richiesta anche una «rinnovata attenzione» per «porre fine alla discriminazione legale e sociale e per rafforzare i sindacati, le organizzazioni non governative, i gruppi di donne e altre organizzazioni comunitarie», considerati «partner importanti negli sforzi per attuare l’Agenda 2030».

12 settembre 2019