“Nazionale basket Artisti” e “Giovani e Tenaci” a squadre miste

L’incontro, il primo dicembre alle 17, alla Fondazione Santa Lucia di via Ardeatina. È l’unico sport di squadra paralimpico che include tutte le patologie

Sfida importante per l’A.S.D. Giovani e Tenaci basket in carrozzina. Il primo dicembre alle 17 affronta la Nazionale Basket Artisti per un incontro-evento alla Fondazione Santa Lucia in via Ardeatina 354. La Nazionale Basket Artisti schiera Jonis Bascir, Stefano e Lorenzo Sarcinelli, Josafat Vagni, Fabio Frizzi, Giorgio Borghetti, Elisa D’Ospina, Valeria Solarino, Diego Casalis, Fabio Tamburini, Roberto Ciufoli, Marco Bonini, Paolo Romano e Gianni Ippoliti.

 Incontri dimostrativi di basket in piedi e in carrozzina per la “Nazionale Artisti”, ma soprattutto a squadre miste. Gli artisti giocano a ruote pari con la “Giovani e Tenaci”. L’ingresso è gratuito. L’allenatore Stefano Rossetti ha alle spalle una lunga carriera: 46 anni, romano, dal 1992 al 2016 nella Santa Lucia basket in carrozzina. La “Giovani e Tenaci” nasce nel 2016, dopo la chiusura delle attività sportive della Fondazione Santa Lucia per problemi economici. «Oggi gioco nella Bic di Reggio Calabria. Ho militato 24 anni in serie A». Fino al 1990, quando avvenne l’incidente in cui perse una gamba, praticava calcio. «Ho sempre fatto sport di squadra. Dopo un anno di riabilitazione al Santa Lucia mi chiesero di entrare nella squadra di basket. Vidi una partita con il dottor Luigi Amadio, allora presidente: c’erano agonismo e competizione». Nel 1993 arriva la prima convocazione in Nazionale dove rimane fino al 2015. «Ho lasciato dopo la mancata qualificazione alle Paralimpiadi di Rio 2016». Grande soddisfazione per lo scudetto 1992-93 «non mi conosceva nessuno, disputai una partitona facendo due movimenti. Arrivarono 7 scudetti di fila. In totale 14 sui 21 della società».

 Carlo Di Giusto, da due anni voluto da Luca Pancalli (presidente Cip) come direttore tecnico delle nazionali, è anche uno dei protagonisti del progetto. «Nel 2016 alcuni genitori dei ragazzi che giocavano a basket in carrozzina presso la Fondazione decidono con Stefano Rossetti di trovare una palestra. Nel 2017, insieme a Mario Dany De Luca, attuale presidente, viene fondata la società. Ora si allenano nelle strutture della Fondazione».

 Tra i “Giovani e Tenaci” c’è Leonardo Perrone, 16 anni. «Da tre anni pratico questo sport. Facevo riabilitazione al Santa Lucia e giocavo a calcio nella squadra di Totti a Ostia, ma poi ho preferito il basket. Frequento il liceo scientifico, ho un’ottima media. Mi alleno due volte la settimana per due ore». Il risultato più bello arriva nella scorsa stagione. «Ho vinto il premio come miglior rosso. Chi ha una disabilità maggiore gioca con un cerchio rosso sulle ruote». Il rosso prende un punto anche se tocca la retina o il ferro. È l’unico sport di squadra paralimpico che include tutte le patologie e un rosso deve sempre essere in campo nelle giovanili. Per il futuro universitario è indeciso tra «ingegneria, fisica e geologia. L’estate scorsa ho frequentato il college della Chichester University per studiare inglese». Rossetti precisa: «Leonardo non si accontenta della retina e spesso fa canestro». Continua Di Giusto «quest’anno abbiamo un bambino haitiano, di Ganthier, che i genitori adottivi accompagnano da Firenze per allenarsi. Ha 12 anni, si chiama Joel Boganelli Joseph».

Esperienza. Stefano Rossetti e Carlo Di Giusto ne hanno, è il patrimonio più importante per i ragazzi. Di Giusto ha fatto parte del Santa Lucia per 36 anni. «Arrivai grazie al mio amico Massimo che aveva una lesione incompleta della colonna vertebrale. La squadra usava delle carrozzine ordinarie con leggere modifiche, pesavano 20-25kg. In uno scontro di gioco caddero due ragazzi e, mentre recuperavano le carrozzine strisciando sui gomiti, uno disse “La prossima volta che mi fai fallo ti spezzo le gambe”. Questo modo di sdrammatizzare e l’agonismo vero mi convinsero». Negli anni il gioco è cambiato. «Era più tecnico, non c’erano velocità e dinamicità. Chi aveva delle capacità emergeva. Si arrivava al basket dopo un evento invalidante». Tante soddisfazioni ma il risultato più importante è stato «vincere la Coppa dei Campioni nel 1998 contro il Fundosa di Madrid. Fui premiato come miglior giocatore a un’età in cui gli atleti vanno in pensione. Inoltre la Coppa dei Campioni del 2007 con il Santa Lucia come allenatore». Ora il basket in carrozzina si inizia da ragazzi, che difficilmente lasciano, e questi hanno davanti a loro una promettente carriera.

 

 

30 novembre 2018