Naufragio di Lampedusa, Zuppi: «Salvare sempre le vite»

Il videomessaggio del presidente Cei alla commemorazione ecumenica “La memoria e l’impegno”, nell’isola, a 10 anni dalla tragedia del 2013. Il grazie alla comunità diocesana

«Non dimenticare è un grande esercizio per tenere aperti gli occhi, per non abituarci, per trarre lezione ancora da quella tragedia in cui centinaia di persone si sono perdute nel mare». Il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi ha inviato un videomessaggio a Lampedusa ieri, 3 ottobre, per la commemorazione ecumenica “La memoria e l’impegno” al Santuario della Madonna di Porto Salvo, durante la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. A 10 anni dal naufragio del 3 ottobre 2013 davanti alle coste lampedusane, in cui morirono 368 persone. Una tragedia «purtroppo ripetuta in questi anni – ha evidenziato -. Poi, anche se muore una persona è sempre una tragedia. Ci deve spingere a trovare sempre delle risposte adeguate e continuative che permettano di salvare la vita e poi di affrontare un tema così grande che richiede il contributo di tutti». A cominciare dalle «istituzioni».

Il cardinale ha sottolineato l’esigenza di «una risposta europea» al fenomeno delle migrazioni. «Lampedusa non so se riceverà mai il Nobel per la pace e per l’accoglienza – ha aggiunto, rivolto ai lampedusani -. Noi glielo diamo volentieri, perché avete dimostrato sempre tanta umanità, tanta attenzione agli altri, con tutte le difficoltà chiaramente, ma anche sempre con uno sguardo verso tanta sofferenza che ha trovato una sicurezza nell’arrivo a Lampedusa e quindi nell’essere sottratti all’immensità del mare». Ringraziando quindi gli organizzatori dell’incontro e l’arcivescovo Alessandro Damiano, ha concluso: «Continua un pellegrinaggio, quello che Papa Francesco ha fatto fare a tutti noi, con il suo primo viaggio fuori dalla Città del Vaticano, proprio a Lampedusa. Manteniamo questa unità anche tra di noi, perché possiamo con più chiarezza trarre da queste terribili lezioni delle indicazioni e soprattutto la consapevolezza di affrontare un tema come questo, un problema come questo». L’esortazione finale, all’Italia e all’Europa, è a «non dimenticare e a guardare il futuro di chi lo cerca da noi, che però è anche il nostro».

4 ottobre 2023