Naufragio di Crotone, Ac: «Necessaria nuova “Mare Nostrum”

Nella nota dell’Azione cattolica, «forte dolore e cordoglio» per la tragedia del mare in cui sono morti decine di migranti. «È ora che l’Europa faccia qualcosa»

«Forte dolore e cordoglio», ina una nota dell’Azione cattolica italiana, per il naufragio avvenuto ieri, 26 febbraio, davanti alle coste crotonesi, in cui sono morti decine di migranti, compresi molti bambini. «Non può e non deve lasciarci indifferenti – si legge nel testo -. È ora che l’Europa faccia qualcosa. Insieme al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riteniamo indispensabile che !l’Unione europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di essere umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei Paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanze di prospettive”», proseguono dall’associazione citando le parole del capo dello Stato.

Allo stesso tempo, l’Ac invita il governo italiano a «fare di più e a fare meglio riguardo il fenomeno migratorio che è un’emergenza ormai globale. In questi giorni – viene ricordato nella nota – il Parlamento ha approvato definitivamente il ddl n. 553, sulla cosiddetta gestione dei flussi migratori. Rimaniamo perplessi da un impianto legislativo basato esclusivamente sulla “burocrazia dei numeri” e il tetto massimo dei flussi migratori, come se i migranti che sbarcano disperati sulle nostre coste non avessero vite e volti, capaci anche – come ormai tutte le analisi socioeconomiche ci dicono una volta integrati – di produrre ricchezza per questo nostro Paese e diventare un volano positivo per la natalità, che produce numeri allarmanti».

La richiesta, allora, alle istituzioni nazionali e comunitarie, è quella di «ascoltare anche il grido che proviene dalla società civile e dal mondo cattolico, una nuova operazione “Mare Nostrum” che sia una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le istituzioni e i Paesi; l’apertura stabile e proporzionata di vie di ingresso legali come visti per lavoro e nuovi criteri che amplino i ricongiungimenti familiari».

27 febbraio 2023