Naufragio al largo della Grecia: si teme per le centinaia di dispersi

L’appello congiunto di Unhcr e Oim, che chiedono un’azione coordinata e percorsi sicuri. Un team dell’Agenzia Onu per i rifugiati a Kalamata con i superstiti

«Ogni vita persa è una tragedia». A parlare è Maria Clara Martin, rappresentante dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) in Grecia, dopo il naufragio del peschereccio su cui viaggiavano circa 750 persone, nel quale ieri mattina, 14 giugno, sono morti almeno in 79. Un bilancio destinato ad aumentare, dato che all’appello mancano in centinaia. «Siamo profondamente costernati dalla terribile perdita di così tante vite – aggiunge -. I nostri pensieri vanno ai superstiti e ai familiari delle vittime. Queste morti possono essere evitate attraverso la creazione di più corridoi sicuri per le persone costrette a fuggire dai conflitti e dalle persecuzioni. Nessuno dovrebbe essere obbligato a intraprendere viaggi così pericolosi quando fugge per salvare la propria vita».

Il naufragio è avvenuto al largo di Pylos, nel sud della Grecia. Le autorità greche, si legge nella nota congiunta diffusa da Unhcr e Oim, «hanno lanciato una vasta operazione di soccorso, portando in salvo 104 persone. Le prime informazioni indicano che la barca era partita dalla Libia ed era in difficoltà da ieri mattina». Per Gianluca Rocco, capo missione Oim in Grecia, «stiamo assistendo a una delle più grandi tragedie del Mediterraneo e i numeri comunicati dalle autorità sono spaventosi. Questa situazione – rileva – rafforza l’urgenza di un’azione ampia ed esaustiva da parte degli stati per salvare le vite in mare e ridurre i viaggi pericolosi, aumentando i corridoi sicuri e regolari per le migrazioni».

Nel frattempo, un team dell’Unhcr è arrivato nella città di Kalamata, dove sono stati portati i superstiti, per valutare le necessità e dare sostegno ai sopravvissuti e relazionarsi con le autorità.  Sono stati forniti anche beni non alimentari alla Guardia costiera ellenica, per assistere i superstiti del naufragio. Su richiesta degli ospedali locali, poi, l’Oim fornirà servizi di interpretariato per i sopravvissuti trasferiti in quella città, accompagnati da un membro del personale dell’organizzazione. «Unhcr e Oim – si legge ancora nella nota – sono pronte a fornire ulteriore sostegno man mano che i contorni di questa tragedia si fanno più chiari».

Dal 2014, il Missing Migrants Project dell’Oim ha documentato almeno 29.924 morti nel Mediterraneo centrale. Nello stesso periodo 2.292 persone hanno perso la vita sulla rotta del Mediterraneo orientale, nel tentativo di raggiungere l’Europa. Di qui l’appello delle due organizzazioni agli Stati affinché «cooperino al potenziamento dei corridoi sicuri e garantiscano un’azione coordinata di ricerca e soccorso in mare, continuando a lavorare insieme per trovare soluzioni globali ed evitare la perdita invano di altre vite».

15 giugno 2023