Naufragio al largo della Calabria: urgente un «impegno europeo»

Perego (Fondazione Migrantes): «La vita e il futuro dell’Europa dipendono da come si accoglie». Ripamonti (Centro Astalli): «La politica non può non agire»

«Mentre i rami del Parlamento approvano un urgente e straordinario decreto per regolare i flussi migratori, che di urgente e straordinario ha solo l’ennesima operazione ideologica, indebolendo in realtà le azioni di salvataggio in mare delle navi ong, un barcone spezzato dalla burrasca della notte, che portava almeno 150 migranti, si è inabissato nel Mediterraneo, al largo delle coste calabre crotonesi». L’arcivescovo Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, oltre che della Commissione episcopale per le migrazioni, commenta con queste parole il naufragio avvenuto ieri, 26 febbraio, lungo le coste della Calabria. 59 i corpi ritrovati finora, tra cui un neonato, che  «vanno ad aumentare le migliaia di morti e di tombe anonime nel cimitero del Mediterraneo».

Un «nuovo drammatico segnale», lo definisce Perego, sulla «disperazione di chi si mette in fuga da situazioni disumane di sfruttamento, violenza, miseria» e su «chi è indifferente politicamente a questo dramma. Un nuovo drammatico segnale che indebolisce la democrazia – aggiunge -, perché indebolisce la tutela dei diritti umani: dal diritto alla vita al diritto di migrare, al diritto di protezione internazionale». E parla di morti che «non possono che generare vergogna» ma che al contempo «chiedono un impegno europeo per un’operazione Mare nostrum, che metta strettamente in collaborazione le istituzioni europee, i Paesi europei, la società civile europea rappresentata dalle ong». Per il presule, «la collaborazione con i Paesi del Nord Africa non può limitarsi a interessi energetici o a sostegni per impedire i viaggi della speranza, ma deve portare a un canale umanitario permanente e controllato nel Mediterraneo verso l’Europa. Chi arrivando in Europa avrà diritto a una protezione vedrà salvaguardato tale diritto; chi non ne avrà diritto sarà rimpatriato». Questo esame, chiarisce, «solo nella terra europea, dovrà essere agile, organizzato, alla presenza di diverse figure – dai mediatori, dalle forze di polizia forze internazionali, da osservatori dell’Unhcr, da operatori sociali  – perché il minore non accompagnato sia tutelato come la vittima di tratta, o chi viene da una drammatica situazione sanitaria o da una guerra o disastro ambientale. Le risorse vanno investite nella tutela della vita – conclude -, nell’accompagnamento delle persone non in muri o campi disumani. La vita e il futuro dell’Europa dipendono da come si accolgono, tutelano, promuovono e integrano le persone in cammino».

«Dolore e sgomento» anche nella nota diffusa dal Centro Astalli, per il naufragio della «vecchia barca di legno» nella quale viaggiavano stipate «tra 180 e 250 persone in fuga da Iran, Afghanistan e Pakistan. Si tratta di Paesi senza libertà, democrazia e pace. Le istituzioni nazionali e sovranazionali non rimangano ferme davanti a questa tragedia», l’esortazione. Davanti a queste ennesime morti il mare, la struttura dei Gesuiti chiede «un’operazione ampia, strutturata di ricerca e soccorso in mare che metta in salvo vite umane; l’attivazione immediata di canali umanitari dalle principali aree di crisi; l’apertura stabile e proporzionata di vie di ingresso legali come visti per lavoro e nuovi criteri che amplino i ricongiungimenti familiari».

Il presidente padre Camillo Ripamonti lo ribadisce con forza: «Lasciar morire in mare è inaccettabile. La politica, di qualunque orientamento, non può non agire per salvare vite umane. Purtroppo le politiche di chiusura ed esternalizzazione delle frontiere europee degli ultimi anni hanno ampiamente dimostrato di essere fallimentari, inutili e di favorire il traffico e la tratta di esseri umani – prosegue -. Le migrazioni non si possono fermare ma si devono gestire. In questo il diritto internazionale e la nostra Costituzione indicano l’unica strada percorribile: accoglienza, protezione e tutela dei diritti umani per ogni essere umano».

27 febbraio 2023