Natalità, al via gli Stati generali: obiettivo 500mila nascite entro il 2033

La due giorni la due giorni all’Auditorium Conciliazione. Nel 2022 in Italia nuovo record negativo di nascite. Inverno demografico anche a Roma, con 18mila nuovi nati. Il ministro Roccella (Famiglia): prima dell’estate un «provvedimento di accompagnamento alla maternità»

Sostenere la natalità. È la sfida lanciata dalla terza edizione degli Stati generali della Natalità nella due giorni in corso all’Auditorium della Conciliazione di Roma oggi e domani, 12 maggio. «È un tema che riguarda la salute economica e sociale del Paese», ha detto Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità. Per l’Italia il 2022 ha segnato un nuovo record negativo di nascite: 392mila contro circa 700mila decessi. Un dato allarmante che esige soluzioni per invertire una tendenza in atto dal 2014. «La coesione sociale del Paese si misura sulla capacità di dare un futuro alle giovani generazioni, creando un clima di fiducia», ha rimarcato in un messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’obiettivo è arrivare a 500mila nascite entro il 2033, per evitare il collasso di un sistema fondato su un patto intergenerazionale messo a dura prova. Il rischio è che nei prossimi 40 anni ci siano 11 milioni di residenti in meno con un numero di decessi pari a 2,5 volte quello delle nascite. Ma prima di individuare le soluzioni è indispensabile comprendere le cause della denatalità. I dati Istat raccontano che non è una «questione di mancanza di volontà», dice il presidente De Palo. Se oggi, il numero medio di figli per donna è di 1,24, il desiderio dichiarato è di metterne al mondo almeno 2,4. La sensazione è che questo desiderio non trovi occasione di realizzarsi a causa delle politiche dei governi. E questo ha forti ripercussioni sociali ed economiche. «Meno figli vuol dire maggiori costi e più esclusione sociale», avverte ancora De Palo evidenziando che denatalità significa invecchiamento e impoverimento.

Secondo il presidente della Fondazione per la Natalità, inoltre, i flussi migratori non rappresentano una soluzione definitiva. A confermarlo è il presidente uscente dell’Istat Giancarlo Blangiardo: «L’immigrazione è certamente un contributo importante per la nostra società, ma non è la soluzione». Anche se si raddoppiassero gli ingressi in Italia – è il ragionamento del professor Blangiardo – si attenuerebbe la caduta del totale dei residenti, ma il numero di nati non subirebbe alcun aumento significativo. Secondo l’ex presidente Istat, la soluzione per raggiungere le 500mila nascite entro i prossimi 10 anni è legata all’applicazione di misure che «anticipino l’età dei genitori per la nascita del primo figlio – ha spiegato -. Poi, il passaggio dal primo al secondo sarà più semplice».

Resta la necessità di favorire condizioni lavorative che agevolino la maternità «costruendo ambienti lavorativi che sappiano accoglierla, non sfavorirla», ha detto il ministro alla Famiglia, alla natalità e alle pari opportunità Eugenia Roccella. Questo perché, se il desiderio di avere figli non si realizza è dovuto al fatto che le donne «si sentono poste di fronte all’alternativa tra la realizzazione professionale e il diventare madri», ha precisato Roccella annunciando «un provvedimento di accompagnamento alla maternità che sarà pronto prima dell’estate».

Se la situazione restasse questa, «tra 10 anni dagli odierni 7,4 milioni di studenti si scenderà a poco più di 6 milioni», la previsione del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara. Una riduzione di circa 110mila ragazzi ogni anno che comporterebbe una conseguente perdita di cattedre: «L’organico docente – ha sottolineato Valditara – rischierebbe di passare dalle attuali oltre 684mila cattedre a circa 558mila nel 2033/34». Numeri che «hanno prodotto un senso di choc», ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, alle prese con un inverno demografico romano. Nella Capitale si é passati dai circa 28mila nati del 2008 agli appena 18mila del 2021. Complice la precarietà lavorativa dei più giovani, la riflessione di Gualtieri, che ha ricordato come «l’azione delle amministrazioni locali è fondamentale, ma serve mettere insieme un insieme di politiche». Si resta in attesa di scoprire quali siano.

11 maggio 2023