Natale a Mosul, senza i cristiani

Nella città tornano simboli e figure legate alle festività, bandite dal regime Daesh, ma sono ancora poche le famiglie cristiane che hanno fatto ritorno nelle loro case. Ancora in rovina molte chiese antiche

A Mosul, in Iraq, dopo la liberazione dalle milizie dell’autoproclamato Stato islamico, tornano quest’anno simboli e figure legati alle festività natalizie: luminarie, alberi di Natale. Quasi un tributo alle tradizioni, oltre che al desiderio di scrollarsi di dosso le rigidezze imposte dal regime jihadista. Il sito www.ankawa.com riferisce infatti di chiese antiche come la “Chiesa dell’orologio”, nel centro storico di Mosul, ancora in rovina. E soprattutto racconta della grande maggioranza dei cristiani costretti a fuggire negli anni di Daesh che non sembrano propensi a fare ritorno nelle loro case, dopo aver trovato una nuva sistemazione a Erbil, a Dohuk o in alcuni villaggi della Piana di Ninive.

«Mosul non è più la stessa senza i cristiani» ha dichiarato alla stampa locale il governatore della provincia di Ninive, aggiungendo, riferisce l’Agenzia Fides, che le istituzioni hanno difficoltà a garantire le condizioni per il loro rientro in città.

19 dicembre 2017