Natale, l’Ordinario militare con i soldati italiani in kosovo e Libano

Conclusa la visita dell’arcivescovo Marcianò, che ha aperto la Porta Santa della chiesa della base di Shama. La Messa con i cappellani Unifil

Conclusa la visita dell’arcivescovo Marcianò, che ha aperto la Porta Santa della chiesa della base di Shama. La Messa con i cappellani Unifil e quello francese per i musulmani

Ha trascorso la sera di Natale con i militari italiani impiegati nella missione Unifil di stanza a Shama, in Libano, l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia Santo Marcianò. Ad accoglierlo, l’Head of Mission e Force Comander di Unifil, il generale di divisione Luciano Portolano, e dal comandante del contingente italiano, il generale Franco Federici. Il giorno seguente, l’ordinario ha visitato le basi operative avanzate situate lungo la Blue Line incontrando i militari italiani. Rientrato poi nella base Millevoi di Shama, ha celebrato la Messa insieme al cappellano del contingente, don Mauro Capello. Presenti anche tutti i cappellani militari Unifil (quelli cattolici francese e irlandese), i cappellani protestanti (francese, ugandese e finlandese), e anche il cappellano francese per i musulmani: un iman che alla fine della celebrazione ha offerto un breve intervento di preghiera per la pace. Prima della Messa è stata aperta la Porta Santa nella chiesa della base di Shama. Al termine della giornata, Marcianò ha benedetto un monumento realizzato dagli alpini della Brigata Taurinense, all’interno della base, a ricordo del sacrificio delle penne nere abruzzesi del Battaglione alpini “L’aquila” durante la battaglia di Selenyj Jar, sul Don, nel Natale del 1942.

La vigilia del Natale l’ordinario l’aveva trascorsa a Pristina con i militari del contingente italiano in Kosovo, impiegati nell’ambito della missione KFor (Kosovo Force). Presso il Camp “Villaggio Italia”, sede del Multinational Battle Group West, comando multinazionale a guida italiana, l’arcivescovo ha scambiato gli auguri di Natale con i militari ringraziandoli «per la missione che portate avanti. Donare la vita per gli altri è espressione di grande virtù, sia per i credenti sia per i non credenti. Dare la vita significa realizzare pienamente se stessi e questo è il valore di cui il mondo militare è portatore». L’arcivescovo ha fatto visita anche alla Casa Famiglia della “Caritas Umbria” di Klina, donando capi di vestiario e giocattoli messi a disposizione dalla Caritas Umbria e dal 4° Reggimento Carri di Persano.

Rientrato a Camp Villaggio Italia, monsignor Marcianò ha partecipato al cenone presso la mensa di servizio insieme ai militari italiani, austriaci, sloveni e moldavi, e successivamente ha celebrato, unitamente al cappellano del contingente don Fausto Amantea, la Messa. Anche qui, prima della celebrazione è stata aperta la Porta Santa della chiesa di Camp Villaggio Italia, intitolata a san Francesco. Nel giorno di Natale, l’ordinario ha celebrato la Messa a Pristina. Nel corso dell’omelia ha sottolineato l’importanza e il significato dei valori legati alla celebrazione del Natale: «Vivere la vita per gli altri dà senso alla propria. Voi con la vostra presenza in Kosovo – ha detto ai militari – , mettendo a rischio le vostre vite, permettete ad altri di vivere».