Nata e in salute la bimba operata in utero al Gemelli

L’intervento per spina bifida effettuato alla 25ª settimana di gestazione. Proseguirà le cure nel Centro dedicato del Policlinico. Il primo intervento simile nell’agosto 2020

La notizia è arrivata ieri, 8 febbraio, dalla Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs: è venuta alla luce a oltre 36 settimane una bambina operata in utero, nel grembo della madre, a 25 settimane di gestazione, affetta da mielomeningocele lombosacrale. «Il complesso intervento è stato effettuato con successo da un’equipe multidisciplinare composta da ginecologi ostetrici, neonatologi, anestesisti e neurochirurghi della Fondazione», riferiscono. La bimba proseguirà le cure nel Centro spina bifida e uropatie malformative del Gemelli, struttura di riferimento nazionale per questa patologia.

La diagnosi ecografica, spiegano dall’ospedale, è stata eseguita al 5° mese di gravidanza e confermata mediante risonanza magnetica fetale: mielomeningocele lombosacrale di circa 2 cm con ventricolomegalia cerebrale e dislocamento verso il basso del cervelletto. Si tratta di uno dei difetti più comuni del sistema nervoso centrale, che può causare gravi disabilità permanenti. I deficit neurologici sono causati dal danno anatomico proprio del difetto e dall’esposizione prolungata delle strutture nervose al liquido amniotico, motivo per cui la riparazione prenatale in utero migliora la salute del feto, correggendo chirurgicamente l’anomalia e contrastando il progressivo peggioramento durante la vita intrauterina. «In genere questa grave forma di spina bifida viene operata nei primi giorni di vita – spiega Marco De Santis, associato di Ginecologia e ostetricia all’Università Cattolica e responsabile della Uos Prevenzione, diagnosi e terapia dei difetti congeniti, afferente alla Uoc di Ostetricia e patologia ostetrica diretta da Antonio Lanzone, ordinario di Ginecologia e Ostetricia alla Cattolica di Roma -, ma trattarlo in utero previene dei danni ulteriori che nel corso della vita prenatale si possono avere sulle strutture nervose, soprattutto sul cervelletto. Fare l’intervento in utero è sicuramente un modo per ridurre alcune di queste disabilità. Studi randomizzati – conclude – hanno dimostrato che operare prima della nascita garantisce risultati migliori che intervenire successivamente».

Quello realizzato è il secondo caso di intervento in utero su un bimbo affetto da spina bifida al Policlinico Gemelli; il primo era stato eseguito nell’agosto 2020. «L’equipe multidisciplinare del Policlinico Gemelli – si legge nella nota diffusa dall’ospedale – si conferma come centro di riferimento nazionale per questo trattamento prenatale in open surgery».

9 febbraio 2023