Nasce una “Casa della Solidarietà” intitolata a Rodotà

Nel quartiere San Lorenzo, in un immobile confiscato alla criminalità, la nuova struttura animata da 14 realtà, al servizio delle fasce della popolazione «più esposte al ricatto mafioso». Don Ciotti (Libera): «Il vero progresso, crescere in umanità»

Su una lavagna sono scritti in bianco i giorni e gli orari. Le attività sono invece indicate con i gessetti colorati. In rosso si legge: “Sportello anti usura”, mentre in arancione: “Scuola di italiano”. Si sono aperte ufficialmente proprio in queste ore le porte della nuova “Casa della Solidarietà Stefano Rodotà”, nel quartiere San Lorenzo di Roma, in via degli Equi 15. Si tratta di un immobile confiscato alla criminalità organizzata che Roma Capitale e la Rete dei Numeri Pari, tramite l’assessorato al Patrimonio, hanno consegnato al II municipio.

«La missione – spiegano in una nota i promotori – è quella di fornire servizi, formazioni e laboratori gratuiti alle fasce della popolazione che oggi sono più esposte o che già subiscono il ricatto mafioso sul territorio: persone impoverite che vivono in condizioni di disagio sociale e/o culturale; a rischio esclusione sociale o che subiscono già una tale condizione». Quattordici le realtà che animeranno la Casa: Anpi Roma, l’associazione Salviamo la Costituzione; Auser Lazio; Baobab Experience; Casa internazionale delle donne; Fai Agisa – antiusura e antiracket; Fondazione Gianni Minà; Gea – scuola di ecologia integrale per giovani ecoattivist*; Observo Onlus; Rete #NoBavaglio; Rete Tutela Roma Sud; Transform! Italia; Teatro della Dodicesima; Unione Inquilini.

I locali sono stati inaugurati venerdì, 31 gennaio. A tagliare il nastro don Luigi Ciotti, presidente di Libera, insieme a Tobia Zevi, assessore al Patrimonio e alle politiche abitative di Roma Capitale, a Francesca Del Bello, presidente del municipio II, e a Giuseppe De Marzo, coordinatore della Rete dei Numeri Pari. Presente anche il direttore della Caritas diocesana Giustino Trincia. Secondo don Ciotti, sarà «un rifugio, ma anche un cuore pulsante della vita per chi nel bisogno cerca dei punti di riferimento». Il sacerdote, riferendosi poi a Stefano Rodotà, ha sottolineato: «L’abbiamo sentito tante volte denunciare la sproporzione che c’è in Italia tra la solidarietà e la giustizia. Questa è una delle ferite più gravi del nostro Paese. Bisogna essere più solidali – ha aggiunto -, ma allo stesso tempo dobbiamo impegnare le nostre energie affinché ci sia giustizia. C’è un’emorragia di umanità nel nostro Paese che è impressionante. Il vero progresso di cui abbiamo veramente bisogno è il crescere in umanità».

È proprio questo l’orizzonte a cui guarda la Casa della solidarietà. Per Zevi, «un luogo che non solo rappresenta l’eredità intellettuale e morale di principi e valori che Stefano Rodotà ha sempre sostenuto per una società più giusta, ma testimonia anche il nostro impegno nel promuovere la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata destinandoli alla legalità e all’inclusione». Gli ha fatto eco Del Bello: «San Lorenzo ha un nuovo spazio pubblico condiviso da realtà sociali impegnate quotidianamente a contrastare disuguaglianze, mafie e a promuovere equità, inclusione, diritti e democrazia. L’obiettivo è essere un punto di riferimento, sempre aperto, per i tanti cittadini e le tante cittadine del quartiere».

Nella stessa prospettiva, l’intervento di De Marzo. «Garantiremo dei servizi gratuiti al quartiere in base alle nostre competenze – ha assicurato -. Lo faremo insieme a quattordici realtà, in un clima di coprogettazione fraterna, perché le vecchie ricette non funzionano più. Questa è la nostra idea di ecologia integrale, sulla scia di Papa Francesco. Siamo infatti aperti a collaborare con tutte le realtà della città, come la Caritas. La solidarietà è il principio su cui si basa la democrazia». Porte aperte, ascolto e aiuto reciproco. La ricetta della nuova Casa intitolata a Stefano Rodotà.

3 febbraio 2025