Nasce il Tavolo diocesano sanità

L’iniziativa del Centro per la pastorale sanitaria con i direttori degli ospedali romani. Focus su malattie reumatologiche, fiobriomialgia e dolore cronico. Il vescovo Ricciardi: «Fare bene il Bene» L’assessore regionale D’Amato (Sanità): «Il Covid ci ha insegnato a lavorare insieme»

In Italia più di 5 milioni di persone sono affette da malattie reumatologiche. Oltre 150 tipi di patologie infiammatorie o croniche che colpiscono le articolazioni, le ossa, i muscoli, talvolta anche organi e tessuti, e provocano dolore e crescenti difficoltà. Malattie spesso difficili da diagnosticare, che incidono pesantemente sulla vita e sulle relazioni di chi ne è affetto, molte delle quali non sono ancora inserite nei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza). Come la fibromialgia, che colpisce due milioni e mezzo di persone nel nostro Paese. A questi malati, in particolare, guarda il Tavolo diocesano sanità, un progetto voluto dal Centro diocesano per la pastorale sanitaria, al quale hanno aderito i direttori generali di tanti ospedali romani: Asl Roma 1; Presidio Nuovo Regina Margherita; Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs; Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata; Associazione medici cattolici italiani (Amci) Roma; Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini; Fondazione Policlinico Universitario Campus Biomedico; Azienda Ospedaliera universitaria Policlinico Umberto I; Fondazione Policlinico Tor Vergata PTV; Fondazione Santa Lucia Irccs; Ospedale Sandro Pertini, Asl Roma 2; Gemelli Medical Center; Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Roma.

Presentato ufficialmente venerdì pomeriggio, 16 settembre, nella Sala degli Imperatori del Palazzo Lateranense, alla presenza del vescovo Paolo Ricciardi, delegato diocesano per la pastorale sanitaria, e dell’assessore alla Sanità e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato, il Tavolo diocesano avrà la funzione di creare altri “Tavoli tecnici scientifici” sulle diverse realtà di sofferenza, ai quali siederanno i direttori delle diverse Unità operative complesse o reparti di riferimento delle strutture ospedaliere. «Questo non è che un piccolo contribuito alla salute integrale della persona – dichiara il vescovo Ricciardi -. Soprattutto in questi ultimi tempi, a causa della pandemia – prosegue -, abbiamo sentito la necessità di metterci in ascolto, in particolar modo delle persone malate. Questo tavolo nasce con uno sguardo al mondo del dolore cronico, ma non è che un primo passo, uno dei tanti campi su cui lavorare. Ci sono persone che non chiedono che essere ascoltate e noi siamo qui, tutti insieme, per tenderci l’un l’altro la mano e provare a fare bene il Bene».

Nelle parole dell’assessore D’Amato, «l’esperienza di questi due anni e mezzo, del Covid-19, ci ha insegnato a lavorare insieme, a fare squadra, a fare rete, a dimezzare i tempi tra un’azione da mettere in atto e una decisione da assumere. Forse anche per questo nella nostra Regione abbiamo avuto un tasso di letalità 5 o anche 8 volte inferiore ad altre zone, e non abbiamo visto scene come quelle di New York, con le fosse comuni, o Madrid, con le bare stipate al Palazzo del Ghiaccio. Io sono profondamente convinto che siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo aiutarci vicendevolmente. Per questo – osserva – un Tavolo grazie al quale lavorare insieme è una iniziativa molto importante. Sono convinto che sarà un cammino proficuo».

Nel caso specifico delle malattie reumatologiche, il Tavolo «contribuirà a delineare la presa in carico del malato con dolore cronico affetto da malattia reumatologica e a creare una rete di collaborazione tra i diversi ambulatori – spiega don Carlo Abbate, responsabile del Centro diocesano per la pastorale sanitaria -, fornire elementi importanti per la creazione di una rete di sostegno coinvolgendo le comunità parrocchiali, portare alla creazione di nuovi ambulatori, fornire alle istituzioni competenti elementi che possa sostenere l’inserimento nei Lea delle patologie non ancora riconosciute». Presente anche Edith Aldama, responsabile dell’Area medica “Malattie Reumatiche, Fibromialgia e Dolore Cronico” del Centro diocesano, infermiera, affetta da fibriomialgia. «Oggi sono qui a rappresentare la voce di milioni di persone malate affette da dolore cronico – dichiara – e donare loro uno sguardo di speranza». Aldama gestisce il centro d’ascolto telefonico nato all’interno del Centro diocesano. «Abbiamo visto quanto è importante unire le nostre forze e siamo andati a bussare alle porte delle strutture ospedaliere, diventando così un ponte per far sì che tutti possano accedere a percorsi di presa in carico attraverso il ticket sanitario. Lottiamo contro forme di strumentalizzazione della malattia, dove il privato prende sempre più spazio. Noi vogliamo camminare a fianco alle strutture ospedaliere affinché i malati con diverse realtà di sofferenza possano ritrovare la speranza».

19 settembre 2022