Nasce il Centro di mediazione penale per minori

È il risultato di un accordo tra Regione Lazio, ministero della Giustizia e Tribunale dei minorenni. Melita Cavallo: «Importante pacificare gli animi»

È il risultato di un accordo tra Regione Lazio, ministero della Giustizia e Tribunale dei minorenni. Melita Cavallo: «Importante pacificare gli animi»

Chiedere scusa non è mai facile. Se poi c’è di mezzo un reato commesso da un minore, il cammino verso la comprensione del dolore provocato e la richiesta di perdono è particolarmente impegnativo. Per questo è nato a Roma il Centro per la mediazione penale minorile e la giustizia riparativa, risultato di un protocollo d’intesa tra la Regione Lazio, il Dipartimento per la giustizia minorile e il Tribunale per i minorenni di Roma. «Serve a pacificare gli animi – spiega Melita Cavallo, presidente uscente del tribunale dei minorenni di Roma -; in sostanza aiuta il minore a chiedere scusa. In questo modo, si compie un passo in avanti verso la riconciliazione e si rallenta la tensione sociale».

L’obiettivo è mettere al centro la vittima del reato e favorire l’assunzione di responsabilità del reo, per perseguire le finalità rieducative della pena, come previsto dalla Costituzione. Secondo quanto definito dal protocollo, infatti, al Centro spetterà realizzare gli interventi di mediazione proposti dall’Autorità giudiziaria, condurre gli incontri fra le parti, offrire servizi in favore delle vittime di reati e orientare il minore autore del reato a riparare, direttamente o indirettamente. Un risultato che ha visto il lavoro di parti diverse: «Noi ci siamo impegnati su due fronti – puntualizza Rita Visini, assessore regionale alle Politiche sociali e sport -: abbiamo messo a disposizione la sede, il Villino Crespi, di proprietà di una delle nostre Ipab, il mantenimento delle utenze per i primi tre anni e il finanziamento per la formazione e l’aggiornamento degli operatori. E poi, come Regione, promuoveremo sul territorio il modello della “giustizia riparativa”, coinvolgendo i servizi sociali, gli enti locali e le associazioni di volontariato, permettendo ai minori autori di reato di potersi impegnare in attività socialmente utili». Quello di giustizia riparativa è un concetto semplice: «Chi sbaglia paga, ma nel modo giusto – dichiara la Visini -. Ovvero, non subendo una vendetta, ma riparando al danno che ha fatto e magari riconciliandosi con le vittime. Per un minore reo significa avere una possibilità di riscatto senza essere marchiato a vita».

«Parliamo di ragazzi autori di reati anche gravi e che avvengono soprattutto in ambito familiare – dichiara Melita Cavallo –. L’obiettivo principale è diminuire la recidiva». Infatti, secondo l’assessore Visini «non esiste strategia migliore sia per diminuire i reati, sia per ridurre il tasso di conflittualità sul territorio, specialmente nelle periferie e nelle realtà sociali più a rischio». Il Centro sarà presto in funzione: «Abbiamo messo in moto la macchina amministrativa per la gara pubblica di affidamento del servizio – dichiara la Visini –. Tutto sarà dato in gestione a un’organizzazione del Terzo settore con esperienza specifica nel campo della mediazione penale minorile. Tra pubblicazione del bando, esame delle domande e graduatoria ci vorranno tre mesi: credo che dal 1 aprile il Centro potrà cominciare a lavorare».

 

4 gennaio 2016