Musei Vaticani e Bambino Gesù, al via “Custodiamo il tuo cuore”

Il progetto, promosso dal Governatorato vaticano, prevede 18 fibrillatori e 300 custodi “rianimatori” lungo l’intero percorso museale di visita

Il progetto, promosso dal Governatorato vaticano, prevede 18 fibrillatori e 300 custodi “rianimatori” lungo l’intero percorso museale di visita

Sono oltre 6 milioni i turisti che ogni anno visitano i Musei Vaticani. È dedicato a loro il progetto “Custodiamo il tuo cuore”, ideato e realizzato dai Musei della Santa Sede e dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, promosso dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano nella sua Direzione di Sanità ed Igiene e sotto l’egida scientifica del Centro di Formazione dell’American Heart Association, che vede i Musei Vaticani diventare una delle più grandi aree museali al mondo interamente cardio-protetta. L’obiettivo: tutelare la sicurezza dei visitatori attraverso la cardio-protezione dell’intero percorso museale e promuovere la cultura del primo soccorso riconoscendo una priorità assoluta alla salvaguardia della vita.

Installate nel percorso di visita 18 postazioni con defibrilaltori automatici esterni, in base alle caratteristiche specifiche delle varie aree e ai momenti di maggiore affluenza. In più, oltre 300 custodi, tra Musei Vaticani e Ville Pontificie, hanno potuto formarsi a far fronte alle prime esigenze connesse ad un evento di arresto cardiaco. In casi del gener infatti è fondamentale poter intervenire con le procedure di rianimazione entro pochi minuti, al fine di ridurre al minimo il rischio di morte e i danni collaterali in attesa dell’arrivo dell’ambulanza o comunque di un supporto avanzato delle funzioni vitali. La probabilità di sopravvivenza diminuisce del 6-10% per ogni minuto che passa, arrivando a percentuali prossime allo zero dopo 10 minuti.

In concreto, in caso di necessità, il piano di cardio-protezione prevede l’intervento immediato del custode più vicino all’evento critico, che pratica la prima rianimazione e attiva la «catena di sopravvivenza», come la definiscono i promotori del progetto, allertando i colleghi con una radiotrasmittente. I colleghi recuperano il defibrillatore e lo utilizzano sul posto, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza e di un team di rianimazione avanzato. Lo hanno spiegato questa mattina, 5 ottobre, nella conferenza di presentazione, il cardinale Bertello, presidente del Governatorato vaticano, la presidente del Bambino Gesù Mariella Enoc, il direttored dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, Alfredo Pontecorvi, Direttore Sanità ed Igiene della Stato della Città del Vaticano, Corrado Cecchetti, Primario dell’Area Rossa-dipartimento di emergenza del Bambino Gesù e un rappresentante della American Heart Association.Proprio all’accreditamento internazionale del Bambino Gesù come Centro di formazione dell’American Heart Association (AHA) si deve questo tipo di organizzazione e formazione. L’ospedale ha messo a disposizione le competenze medico-sanitarie dei propri istruttori e ha rilasciato a tutti i partecipanti dei Musei Vaticani e delle Ville Pontificie la certificazione internazionale che ha validità di 2 anni, attestando le competenze nella rianimazione cardio-polmonare di base, nonché l’abilitazione all’utilizzo dei defibrillatori. Alcuni membri del personale sanitario del Servizio Igiene e Sanità del Vaticano sono stati formati in maniera specifica per diventare a loro volta istruttori, garantendo così un costante e autonomo aggiornamento nel tempo.

Paolucci ha parlato della necessità di garantire all’interno dei Musei i migliori standard di sicurezza come di un «dovere»: «Chi entra nelle collezioni del Papa deve sapere che questo è un luogo vigilato, protetto, dove anche l’evento cardiaco critico viene fronteggiato con la massima tempestività e con la migliore strumentazione tecnica». E di «onore e dovere» ha parlato anche Enoc, descrivendo l’impegno del Bambino Gesù nel «mettere a disposizione dei Musei Vaticani il patrimonio delle nostre competenze per contribuire a tutelare la vita delle miglia di persone che ammirano ogni giorno i capolavori custoditi in questi luoghi».

5 ottobre 2016