Mourinho: «Lo sport di oggi non dà spazio ai deboli»

L’allenatore della Roma in dialogo con il cardinale de Mendonça, alla Gregoriana, per il primo incontro del ciclo organizzato in vista della Gmg di Lisbona, nel mese di agosto

“Dalla fine del mondo”, per i 10 anni di Pontificato di Papa Francesco, fino a Lisbona, dove si terrà la Giornata mondiale della gioventù, dall’1 al 6 agosto. Questo il tema dell’incontro di venerdì scorso, 31 marzo, alla Pontificia Università Gregoriana tra il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del dicastero per la Cultura e l’educazione, e l’allenatore della Roma José Mourinho, moderati da Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano.

Mourinho ha denunciato lo “sporco” dello sport di oggi, «diverso da quello che noi vorremmo per i nostri bambini. Oggi è crudele perché non dà spazio ai deboli. L’obiettivo per noi professionisti è solo vincere». Non c’è più il valore sano della vittoria e della sconfitta, che è invece «fondamentale per i ragazzi». Mourinho ha inoltre raccontato la sua breve esperienza da professore, dopo aver finito l’università. «Non mi sentivo in grado, avevo capito i miei limiti – ha raccontato – ma quando lasciai, tutti mi consideravano un professore eccezionale. Questo perché mi facevo muovere dalla passione». Per Mourinho il docente più importante «fu quello di filosofia – ha sottolineato -, che mi disse che io non sono un allenatore di calciatori, ma un allenatore di ragazzi che giocano a calcio».

Secondo il cardinale Mendonça lo sport «è una scuola di vita e il mondo accademico deve avere in esso l’esempio della concentrazione, della sana competizione». In tal senso il porporato ha sottolineato che lo sport dovrebbe insegnare che «non è importante chi corre o gioca, ma trovare la felicità correndo e giocando». Sport e cultura, quindi, devono realizzare «i sogni dei giovani, che spesso non riescono a diventare protagonisti» e proprio l’appuntamento della Gmg può dare loro questa speranza.

Mourinho ha messo in luce l’importanza dell’alleanza tra giovani e adulti: «Non è vero che il mondo è dei giovani. Il mondo è di tutti. La gioventù deve crescere con l’esperienza di noi più grandi e noi dobbiamo prendere la loro dinamicità». Sotto questo aspetto, ha aggiunto, l’esempio di Papa Francesco può fare tanto: «Lo considero uno di noi, se lo dovessi incontrare mi verrebbe voglia di abbracciarlo. È un nonno fantastico». Una semplicità, quella di Francesco, fondamentale per i giovani, ricordata in chiusura da Andrea Monda, che ha citato la visita del Papa, proprio venerdì, al reparto oncologico del Gemelli, mentre era egli stesso ricoverato nel Policlinico. «È la cifra stilistica del suo pontificato e di ciò che abbiamo detto oggi», le parole del direttore dell’Osservatore Romano.

L’incontro è stato il primo di tre eventi in vista della Gmg organizzati dal Centro fede e cultura Alberto Hurtado della Gregoriana con l’ambasciata del Portogallo presso la Santa Sede. I prossimi dialoghi il 18 aprile, tra il cardinale Gambetti e l’avvocato Daniele Bruno, e il 9 maggio, tra il cardinale Ravasi e Jorge Vaz de Carvalho, musicista e docente all’Università Cattolica portoghese.

3 aprile 2023