Mosul è libera, Isis sconfitto dagli iracheni

Il primo ministro Abadi si è congratulato con i combattenti e la popolazione. Gentiloni ha confermato l’impegno italiano per stabilizzare l’Iraq

Il primo ministro Abadi si è congratulato con i combattenti e la popolazione. Gentiloni ha confermato l’impegno italiano per stabilizzare l’Iraq 

Il premier iracheno Haidir al-Abadi è giunto ieri, 9 luglio, a Mosul per proclamare la liberazione della città dall’Isis che ne deteneva il controllo dal 2014. Gli ultimi quartieri ad essere riconquistati sono stati, tra venerdì e sabato, quelli di al-Midán, nella città vecchia, e di al-Qaliyat. Al-Abadi, si legge in una nota, «è arrivato nella città liberata di Mosul e si è congratulato con gli eroici combattenti e con il popolo iracheno per questa grande vittoria».

Attraverso Twitter, Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio dei ministri italiano, ha parlato di «una sconfitta decisiva per Daesh». E ha confermato che l’«impegno italiano per stabilizzare l’Iraq continua». È drammatico il bilancio dei combattimenti. Per il generale Yahya Rasool ci sono circa un milione di sfollati e migliaia di civili uccisi nella battaglia. C’è da mettere in conto la ricostruzione di vaste zone ridotte in macerie: secondo l’Onu ci vorranno oltre un milione di dollari per riparare le infrastrutture di base a Mosul. A questo si aggiunge il fatto che l’Iraq affronta ancora incertezze: la caduta della città porterà alla luce fratture fra arabi e curdi per i territori contesi, nonché fra i sunniti e la maggioranza sciita.

Il sedicente stato islamico aveva conquistato Mosul a giugno del 2014 e ne aveva fatto la sua roccaforte in Iraq, come poi Raqqa in Siria. È qui, dal pulpito della Grande moschea di al-Nouri distrutta a giugno scorso, che il leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi proclamò in quella estate del 2014 un califfato a cavallo fra Siria e Iraq.

 

10 luglio 2017