Mostra di Venezia: tre pellicole italiane in gara

Si tratta di “Capri-Revolution” di Mario Martone, del documentario girato in America da Roberto Minervini “What you gonna do when the world’s on fire?” e dall’attesissimo remake “Suspiria” di Luca Guadagnino

Martone, Guadagnino e Minervini. Due film, tra cui un attesissimo remake, e un documentario girato in America. Sono tre su 21 le opere di registi italiani nella sezione in concorso alla 75ma Mostra internazionale del cinema di Venezia. Si tratta di Capri Revolution, l’affresco di Mario Martone su una comunità di intellettuali prima della grande guerra; Suspiria di Luca Guadagnino che si è cimentato con il grande cinema di Dario Argento e “What you gonna do when the world’s on fire?” di Roberto Minervini.

«L’edizione è ricca e curiosa – ha detto il direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera -. Ci sono molti film di genere, tante scoperte, otto opere prime. Ogni anno scommettiamo su un autore che buttiamo nell’arena». Le pellicole che partecipano alla Mostra sono il frutto di una selezione di 3500 film di tutto il mondo. Nella sezione fuori concorso, l’evento più atteso è la proiezione in prima mondiale di “The other side of the Wind” di Orson Welles. «Il progetto – ha spiegato Barbera – di portare sullo schermo il film andava avanti da 40 anni. Frank Marshall, allora assistente di Welles, ha trovato 100 ore di montato. È stato un lavoro lunghissimo. Finalmente tutto questo approda a una versione molto vicina a quella che Welles avrebbe voluto».

Roberto Minervini, Luca Guadagnino, Mario Martone
Roberto Minervini, Luca Guadagnino, Mario Martone

Nella categoria fuori concorso ci sono inoltre dieci documentari, fra i quali “1938 diversi” di Giorgio Treves, sulle leggi razziali in Italia. Titoli per cui il direttore Barbera ha espresso soddisfazione, sono stati “Una storia senza nome” di Roberto Andò con Micaela Ramazzotti e Alessandro Gassman, «molto divertente – ha commentato il direttore -, girato come un mistero film sul doppio registro del cinema e della politica», e “A star is born” di Bradley Cooper con Lady Gaga, «che si scopre – ha osservato Barbera – essere anche una grande attrice». L’edizione di quest’anno è caratterizzata inoltre dalla durata di molte delle opere in tutte le sezioni. In molti casi infatti si superano i 180 minuti. Particolarità, secondo il direttore Barbera, che non spaventerà il pubblico, ormai abituato a vedere gli episodi delle serie televisive uno di seguito all’altro.

26 luglio 2018