Morto Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty Italia

Il presidente Russo: «Riceviamo in eredità un movimento più grande, più forte e più “combat”. È con gratitudine e grande dolore che, oggi, lo salutiamo»

Amnesty International Italia ha annunciato ieri, 21 ottobre, la scomparsa di Gianni Rufini, suo direttore generale dal 2014. Romano, residente nella Capitale, sposato, aveva due figli. Nel gennaio scorso era stato colpito da un ictus, che ha compromesso le sue condizioni di salute. Tra i più grandi esperti di questioni umanitarie in Italia, «è stato la persona che, entrata in un momento di forte difficoltà per la nostra organizzazione in Italia, ci ha fatto uscire dal guado e permesso di ritornare a pensare in grande», afferma il presidente di Amnesty International Italia Emanuele Russo. «Lavorare con lui è stato un onore – aggiunge -, non solo per la costante spinta a crescere e innovarsi che da sempre ha caratterizzato il suo carisma, ma anche perché, con la sua eccezionale esperienza sui diritti umani, ci ha permesso di diventare migliori. Oggi  – conclude – riceviamo in eredità un movimento più grande, più forte e più “combat”, parola che lui amava molto. È con gratitudine e grande dolore che, oggi, lo salutiamo».

Nel corso della sua carriera, aveva lavorato come esperto di diritti umani e aiuto umanitario in Africa, Medio Oriente, Asia, Balcani e America Latina. Dal 1997 al 2001 era stato direttore del coordinamento europeo delle ong umanitarie “Voice”, con sede a Bruxelles, e aveva lavorato per numerose ong italiane e straniere, per diverse agenzie delle Nazioni Unite e per altre organizzazioni internazionali. Dal 1996 era Senior Associate della Post-war Reconstruction and Development Unit dell’Università di York, dove aveva ricevuto, nel 2019, la laurea ad honorem. È stato anche direttore di ricerca per il CeSPI e coordinatore di corsi presso l’Ispi a Milano. Ha insegnato in numerose università italiane e internazionali ed è stato autore di varie pubblicazioni.

22 ottobre 2021