Morto don Pietro Sigurani

86 anni, sacerdote da 61, era stato fino al 2021 rettore della basilica di Sant’Eustachio. Una vita in prima linea per i poveri. Le esequie il 6 luglio a Sant’Andrea della Valle

Si è spento questa mattina, 4 luglio, don Pietro Sigurani. 86 anni, sacerdote da 61 anni, fino al 2021 è stato rettore della basilica di Sant’Eustachio, dove nel settembre 2018 aveva inaugurato – dopo il Ristorante dei poveri che ogni giorno in basilica dava da mangiare a 120 persone – la Casa della Misericordia, ricavata nei sotterranei della chiesa, tra i palazzi della politica e i ristoranti dei turisti. Una sala per il centro di ascolto, con servizi di assistenza legale e consigli medici, poi un centro di accoglienza nel quale offrire riparo, e un caffè caldo. Infine l’«Università degli scartati», intitolata a Giulia Carnevale, la studentessa di Ingegneria originaria di Arpino morta nel terremoto dell’Aquila. Una vita, la sua, sempre in prima linea per i poveri, anzi,  insieme ai poveri, agli “scartati”, appunto, nella convinzione che non basta dare il pane: occorre «sollevare lo spirito», diceva. Aggiungendo che «se un piatto di pasta riempie la pancia, il caffè scalda il cuore».

Prima di arrivare a Sant’Eustachio, era stato parroco della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, in via Gallia, per 37 anni, dal 1975 al 2012, e anche lì aveva fatto costruire la “Domus caritatis”, con una mensa da 90 posti che serviva la cena il lunedì e il venerdì e la colazione il mercoledì e il giovedì, proprio sotto alla chiesa, perché «tutto deve partire dalla mensa eucaristica»; un dormitorio con 20 letti; uno studio medico con macchinari per le malattie cardiovascolari; servizi doccia e vestiario. A disposizione anche un centro di ascolto, con la consulenza di un avvocato. Dal 1998 al 2010 è stato anche incaricato dell’Ufficio per la pastorale delle migrazioni della diocesi di Roma. Nel 2012 poi la nomina alla guida della basilica di Sant’Eustachio in Campo Marzio.

La sua vita è stata recentemente raccontata nel libro “Poveri noi! Don Piero Sigurani: la rivoluzione della carità“, edito dalle Paoline e scritto a quattro mani da Romano Cappelletto ed Elisa Storace. «Ho lavorato tanto nel Sahara tunisino – aveva raccontato in occasione della presentazione -: abbiamo costruito case per i poveri, messo su una scuola per sordomuti, la prima in Tunisia. Ci vado con dei gruppi da 40 anni. Lì nelle moschee non si può entrare, tanto meno nei santuari islamici. A noi ci fanno entrare dappertutto perché non abbiamo interessi, tutto si fa per loro gratuitamente». Riferendosi poi ai tempi in cui l’immigrazione in Italia era regolata dalla legge Turco – Napolitano, aveva aggiunto: «Abbiamo portato in Italia oltre 400 ragazzi, gli abbiamo trovato lavoro. Le donne non potevo portarle per motivi di prudenza. E allora abbiamo tirato su una fabbrica di frigoriferi per i datteri dove oggi lavorano 100 donne. Addirittura il responsabile culturale della moschea di Roma è un marocchino mio allievo, diventato medico. Così non ci sono barriere. Che differenza c’è: sono esseri umani nascono si sposano, si ammalano, gioiscono, vanno a scuola, amano, discutono – la sua riflessione -. Che differenza c’è tra il ritmo di vita di un cristiano e di un musulmano, di uno scintoista o di un ateo?».

I funerali, informano dal Vicariato, si svolgeranno mercoledì 6 luglio alle 18.30 nella chiesa di Sant’Andrea della Valle.

7 luglio 2022