Morto don Mayer, il prete del cinema
Storico presidente Acec dal 1981 al ’99, è scomparso il 2 gennaio, all’età di 99 anni. Don Maffeis (Ufficio comunicazioni sociali Cei): «Ha sfiorato l’animo delle persone attraverso l’arte cinematografica»
Aveva 99 anni don Emilio Mayer, il “prete del cinema” di Bergamo morto ieri, martedì 2 gennaio. Storico direttore del Servizio assistenza sale del capoluogo lombardo dal 1965 al 2008, nonché presidente Acec dal 1981 al 1999, è stato «un “prete di frontiera” sul versante della comunicazione», dichiara il presidente dell’Associazione cattolica esercenti cinema (Acec) don Adriano Bianchi. «Don Emilio – ricorda – ci teneva molto che anche i giovani preti fossero introdotti all’arte cinematografica, che riteneva fondamentale per il loro cammino di formazione».
Fin dall’inizio del suo ministero sacerdotale, don Mayer aveva scoperto il cinema come spazio di incontro e dialogo. «Se in chiesa parla solo il sacerdote – era solito sottolineare – nelle sale dei nostri oratori parla anche la gente. C’è dialogo e questa è un’occasione preziosa per pre-evangelizzare. Molto spesso ho visto partecipare ai cineforum, anche attivamente, persone che non avevano mai messo piede in chiesa». Proprio per questo era stato promotore dei cineforum nella Sale della comunità lombarde, organizzando numerosi incontri alla settimana sul territorio. E parlando della sua storia personale, raccontava: «Come prete sono partito da un cinema considerato ricreazione e divertimento per scoprirne poi la componente culturale e pastorale. A Gandino, dove ero curato nel ’45, ho cominciato con il cineforum in una sala senza vetri per via di uno scontro tra partigiani e repubblichini e la gente veniva al cinema portandosi un mattone riscaldato per non gelare».
Il segretario generale dell’Acec Francesco Giraldo ricorda la sua «umanità sensibile» e la sua «fede inquieta, di chi è sempre alla ricerca di risposte mai consolatorie, come era del resto per i film che don Emilio prediligeva». Anche per don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali oltre che sottosegretario della Conferenza dei vescovi, «la Chiesa cattolica italiana non può che ricordare con attenzione e partecipazione la scomparsa di questo pastore, che ha usato il cinema per stare accanto al suo gregge, per sfiorare l’animo delle persone attraverso l’arte cinematografica».
Un «grazie» al sacerdote scomparso arriva anche da Masismo Giraldi, presidente della Commissione nazionale valutazione film della Cei. «Se il cinema è riuscito ad animare la vita del territorio prima lombardo poi italiano – dichiara Giraldi – lo si deve anche a don Emilio Mayer, che ha saputo comprendere la portata socioculturale, pastorale ed educativa della settima arte, del grande schermo. Don Emilio si è messo in gioco per il territorio – continua -, rendendo accessibile a tutti lo sguardo di tanti importanti autori del cinema. La Commissione nazionale valutazione film ha lavorato in piena sinergia con lui nei molti anni di attività».
3 gennaio 2017