Morto di Covid Luigi Cipriani, «padre nobile dell’Acec»

Una militanza civile e sociale, la sua, iniziata in gioventù, con la partecipazione ai Comitati per la campagna elettorale del 48. Il ricordo di Corrado (Cei) e Viganò

La notizi è arrivata ieri, 21 dicembre, dal sito dell’Associazione cattolica esercenti cinema (Acec): è morto colpito dal Covid-19 Luigi Cipriani, classe 1927, esponente di spicco dell’associazionismo cattolico, «insostituibile padre nobile dell’Acec». La sua militanza civile e sociale, ricordano, «era iniziata in gioventù, con la partecipazione ai Comitati civici per la campagna elettorale del 1948, seguita dall’ingresso nella dirigenza dell’Azione Cattolica, che lasciò per entrare in Acec, cui ha dedicato la sua intera vita lavorativa. Grande sostenitore e amico di monsignor Luigi Pignatiello, primo fautore della moderna idea di “sala della comunità” (che andava in quegli anni a sostituirsi a quella di “sala parrocchiale”), Cipriani ne fu l’esecutore e realizzatore, rendendola realtà concreta e praticabile nei lunghi anni in cui fu segretario generale dell’Acec (di cui fu anche, per un breve periodo, vice presidente)».

Tra i traguardi raggiunti da Cipriani, dall’associazione ricordano il riconoscimento della definizione di “sala della comunità” nella Legge cinema del 1994. «La competenza con cui ha guidato l’associazione, la sua lucidità di pensiero, il garbo, la pazienza e l’eleganza come tratti umani distintivi, che accompagnavano la sua decisiva capacità di dialogare con interlocutori diversi, rimarranno un segno indelebile nelle pagine della storia dell’Acec, che ne sentirà profondamente la mancanza».

Gratitudine anche nelle parole di Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Cei. «Ha segnato profondamente l’Acec e tutta la galassia delle Sale della comunità, incidendo in passaggi cruciali e decisivi che hanno portato a un salto di qualità complessivo. La sua morte – prosegue – certamente rattrista e addolora; allo stesso tempo, però, suscita quel sentimento di gratitudine per quanto ha vissuto e testimoniato». Quindi, spazio a un ricordo personale: «Ho avuto modo di rivedere Luigi lo scorso anno, in occasione del 70° anniversario dell’Acec; era da un po’ di tempo che non lo incontravo. Avvicinandolo e ascoltando le sue parole – ricorda Corrado all’Agenzia Sir -, ho confermato la mia sensazione di trovarmi davanti a un uomo buono, costruttore di rapporti e cesellatore di legami forti. Luigi ha aiutato l’Acec, in tutti questi anni, a tessere il filo della memoria, impedendo di cadere nella trappola della “dittatura del presente”. Ecco perché ha contribuito a costruire l’identità delle Sale della comunità».

Un ricordo arriva anche da monsignor Dario Edoardo Viganò, oggi vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze-Scienze sociali della Santa Sede, per oltre un decennio referente delle politiche dell’audiovisivo per la Chiesa italiana. Un ricordo che risale a metà degli anni ’90, «quando io delegato diocesano e lui segretario generale dell’Acec abbiamo lavorato insieme nel grande progetto di riposizionamento dell’Associazione cinematografica nell’orizzonte ecclesiale». In quel decennio, riferisce Viganò, «abbiamo organizzato corsi per animatori culturali, per religiosi, preti e seminaristi, strutturando e rilanciando anche la pubblicazione “Nostro cinema”. Ma soprattutto abbiamo condiviso quell’epoca così straordinaria in cui la Cei ha consegnato alla Chiesa italiana la Nota pastorale del 1999, “La sala della comunità: un servizio pastorale e culturale”, che riprendeva e sviluppava la riflessione di monsignor Luigi Pignatiello. Ricordo Luigi Cipriani come una persona sempre puntuale, rispettosa e attenta – conclude Viganò -, capace di valorizzare il pensiero altrui componendolo però in un quadro unitario».

Anche Massimo Giraldi, presidente della Commissione nazionale valutazione film Cei, ricorda Cipriani – «”Gino”, come era conosciuto nel mondo del cinema, con questo soprannome rapido, asciutto, segno di un carattere assolutamente pragmatico e incisivo» – come una persona «molto attenta e disponibile all’incontro, al lavoro condiviso, sia in ambito pastorale che nel sistema cinematografico nazione. Nello specifico, per la Commissione film Cei – afferma – se ne va un grande professionista, un punto fermo dell’associazionismo culturale cattolico, ma soprattutto ci lascia un buon amico e un profondo innamorato del cinema».

22 dicembre 2020