Morto a Roma Dino Impagliazzo, lo “chef dei poveri”

Si è spento il 25 luglio, a 91 anni. Il Movimento dei Focolari: «Un esempio di amore verso gli ultimi». I funerali il 27 luglio a Santa Maria in Trastevere

“Lo chef dei poveri”. A Roma era conosciuto così Dino Impagliazzo, fondatore dell’associazione RomAmor, per aver dato il via a un attività di ristorazione dedicata agli ultimi della città che conta oggi oltre 300 volontari. È morto nel pomeriggio di ieri, domenica 25 luglio, all’età di 91 anni. Proprio per il suo impegno a favore dei poveri, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella due anni fa lo aveva nominato commendatore. I funerali si terranno a Roma domani, martedì 27 luglio, alle 11 nella chiesa di Santa Maria in Trastevere.

Padre di quattro figli – tra cui Marco, presidente della Comunità di Sant’Egidio -, «Dino era una persona schiva dai riflettori», ricordano dal Movimento dei Focolari, di cui era membro. Un «esempio di amore verso gli ultimi», lo definiscono, ricordando il suo impegno, attraverso l’associazione nata come segno di accoglienza verso gli ultimi, per far diventare Roma «una città dove le persone si vogliono bene». Un impegno iniziato dalla Stazione Tuscolana e arrivato oggi a garantire – attraverso i numerosi volontari coinvolti – la distribuzione di pasti per oltre 250 persone al giorno, ma anche di vestiario, calzature, materiale per l’igiene personale. In alcuni casi poi l’associazione facilita anche il rapporto con gli enti pubblici per le pratiche legate a residenza, assistenza sanitaria, assistenza legale, avvio ad attività lavorativa, per le persone senza fissa dimora o in difficoltà.

Facendo giungere alla famiglia l’affetto e la vicinanza di tutto il Movimento, i Focolarini ricordano le parole che Dino ripeteva spesso: «Al cuore c’è la fratellanza universale». E «il cuore è il Vangelo dove Lui ci dice: “Qualsiasi cosa avete fatto al più piccolo, l’avete fatta a me”. E la preghiera di Gesù che alla fine dice “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi”». Quindi ricordano i numerosi messaggi carichi di «affetto e gratitudine» arrivati in queste ore «da tanti, e in tutto il mondo». Su tutti, uno: «Neanche il Covid ti ha fermato, hai cercato in tutti i modi di far sì che potessimo continuare il nostro impegno di volontari “guidandoci” da casa. Il tuo entusiasmo era contagioso. Non ti dimenticheremo mai».

26 luglio 2021