Monsignor Zuppi: Evangelii Gaudium, «invito alla conversione»

L’arcivescovo di Bologna tornato nel settore Centro, a San Salvatore in Lauro, per una conferenza sull’esortazione apostolica. «Non è un programma ma è “il” programma» del pontificato di Bergoglio

Non un documento che esorta a cambiare stile di vita ma un vero e proprio invito alla «conversione». Per l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi è questo l’obiettivo profondo di Evangelii Gaudium, la prima esortazione apostolica di Papa Francesco, di cui ha parlato ieri sera, lunedì 22 gennaio, tornando a San Salvatore in Lauro per una conferenza, nel cuore del settore Centro della diocesi che ha guidato come vescovo ausiliare per 3 anni e mezzo, dal 2012 al 2015.

“Evangelli Gaudium, un cammino aperto che rinnova il volto delle nostre comunità”. Questo il tema della serata, che ha aperto un ciclo di conferenze promosse dal santuario di San Salvatore in Lauro un approfondimento dell’esortazione apostolica. Il presule ha individuato nell’Evangelii Gaudium un «manifesto quadro di orientamento di tutta la visione di Papa Francesco». Un documento che, a distanza di quattro anni, «ha ancora tanto da dire perché ancora non lo abbiamo messo in pratica». Questa esortazione apostolica, ha aggiunto Zuppi, «non è un programma ma è il programma» del pontificato di Bergoglio, il vero «dono» che il pontefice argentino ha fatto alla Chiesa.

Parlando poi della sua applicazione, l’arcivescovo di Bologna ha riferito dei tanti dilemmi riscontrati tra i suoi sacerdoti, che «rivelano la fatica di una Chiesa missionaria, la fatica di mettersi in cammino»: “Già faccio tanto, perché dovrei fare di più?”; “Sto già tutto il giorno in strada”; “Come faccio a uscire?”; “Non ho chi mi fa il catechismo, chi mi fa fare Chiesa in uscita?”. Eppure, «Evangelii Gaudium è un documento perfettamente coerente con la prassi pastorale di Papa Francesco, con l’entusiasmo che suscita in chi è più distante, riuscendo a offrire una semplificazione di sguardo e di comprensione». Non è vero, poi, ha argomentato Zuppi, che in questo modo, la Chiesa «svenda la verità in cambio di un po’ di consenso». Dialogare con tutti, ha sottolineato, non significa «omologarsi» ma «capire con chi stiamo parlando».

Di fronte a realtà come quella della Chiesa bolognese che in cinque anni ha visto diminuire i suoi presbiteri di 58 unità (66 deceduti e appena 8 ordinati), diventa facile comprendere che «il problema non è solo funzionalistico o di riorganizzazione»: la cosa più urgente è che la Chiesa esca da «un’idea clericale. Siamo solo all’inizio di questo cambiamento», ha rimarcato il presule, indicando la necessità di «passare dalla paura al dialogo» e di essere, come affermava Benedetto XVI, una «minoranza creativa» che «parla a tutto il popolo». A questo proposito, l’arcivescovo di Bologna ha menzionato quanto detto da Francesco lo scorso 1° ottobre durante la visita pastorale alla sua diocesi. Per rispondere al «consumismo culturale» che ammalia la modernità, ci sono due alternative: quella di Ulisse che, per non cedere al canto delle sirene, «si legò all’albero della nave e turò gli orecchi dei compagni di viaggio»; quella di Orfeo che, per contrastare quel canto delle sirene, «intonò una melodia più bella, che incantò le sirene».

Altra indicazione concreta per l’applicazione dei principi di Evangelii Gaudium è stata offerta dal Papa in un’altra visita pastorale, quella a Firenze, in occasione del Convegno ecclesiale italiano (10 novembre 2015), quando ha suggerito tre strade: l’umiltà, il disinteresse e la beatitudine. Tutti spunti che, a quattro anni di distanza dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica, ha concluso Zuppi, rivelano la «bellezza del programma di Papa Francesco: vivere la gioia del Vangelo e comunicarla agli altri».

23 gennaio 2018