Monsignor Ruzza: «L’oratorio, luogo di educazione e riconciliazione»

Presieduta dal vescovo la Messa di apertura dell’anno per il Centro oratori romani. L’invito ai giovani: «Contagiare la città con la vostra gioia profonda dell’essere discepoli». La preghiera per il fondatore, il servo di Dio Arnaldo Canepa

«È bello sognare che il servizio in un oratorio possa trasformare la nostra umanità fragile in una scelta coraggiosa. Dobbiamo sognare che non ci siano più ragazzi abbandonati nella nostra città e che l’oratorio sia un luogo di educazione per tutti, senza nessuna esclusione, per rispondere alla chiamata di Papa Francesco, all’invito che la Chiesa sia una casa per tutti, bambini, adolescenti, giovani  e adulti». Con questo appello il vescovo del settore Centro Gianrico Ruzza, segretario generale del Vicariato, ha esortato gli animatori del Centro oratori romani riuniti ieri, 5 novembre, a Santa Maria del Buon Consiglio per la celebrazione di apertura del nuovo anno sociale. «L’oratorio può essere luogo di riconciliazione – ha ribadito il presule, ricordando le tappe del programma pastorale diocesano -, dove si rattoppano le reti del nostro apostolato, ricucendo le relazioni e recuperando chi si sente emarginato. Nel Sinodo appena concluso è emerso che i giovani non si sentono ascoltati e che la liturgia è lontana dalla loro vita. L’oratorio è il luogo dove si può riscoprire questa bellezza, il luogo in cui ci stringiamo la mano, non solo perché cantiamo e balliamo, ma perché ci troviamo insieme nella letizia del cuore ponendo al centro il Vangelo».

Ai tanti giovani del Cor, già incontrati nel corso dei Campus estivi, Ruzza ha chiesto di «contagiare la città con la vostra gioia profonda dell’essere discepoli, dando un’immagine attraente della vita cristiana. Per questo impegno – ha sottolineato – è necessario un percorso di formazione interiore personale che porti alla crescita di ognuno nell’umiltà, nella comunione e nell’obbedienza». Ricordando lo sforzo missionario del Cor nelle parrocchie romane per diffondere e sostenere la pastorale oratoriana, il vescovo ha citato l’esempio del fondatore, il servo di Dio Arnaldo Canepa: «Il servizio in oratorio è una via di santificazione, verso una santità a cui siamo tutti chiamati».

Anche il presidente del Cor David Lo Bascio, nel suo saluto aveva fatto memoria delle origini dell’associazione ricordando l’importanza del Quadraro, dove si sviluppò la primissima azione pastorale di Canepa. «Da qui si alzava il grido dei bambini dimenticati negli anni della guerra. In ogni tempo l’oratorio risponde alla sua missione solo se si fa presente dove il più piccolo è solo, inascoltato,  non stimato. La liturgia di oggi – ha sottolineato Lo Bascio – risuona come un invito a rivolgere l’opzione preferenziale per gli ultimi e a operare continuamente la conversione missionaria della pastorale oratoriana nelle nostre comunità e oltre esse».

Nel corso della celebrazione, sono stati presentati al vescovo i nuovi soci effettivi che per la prima volta hanno pronunciato, insieme agli altri, la promessa di servizio annuale, rivolgendo infine un pensiero e una preghiera a Dio per il fondatore presso il suo sacello, custodito nella parrocchia. Canepa è stato anche commemorato nei giorni scorsi con una Messa nella clinica Madonna della fiducia, dove trascorse gli ultimi giorni della sua vita terrena, presieduta dal vescovo Paolo Ricciardi, delegato del Centro diocesano per la Pastorale sanitaria della diocesi, e concelebrata dall’assistente del Cor don Simone Carosi.

6 novembre 2018