Monsignor Marra: «Un uomo di Dio, quindi di tutti»

Le esequie del metropolita emerito di Messina, già segretario generale del Vicariato, celebrato a Santo Spirito in Sassia dall’Ordinario militare Santo Marcianò

Un padre, un fratello, un amico, un pastore, un uomo di Dio che ha saputo appartenere a tutti e farsi servo di tutti. Così l’arcivescovo Santo Marcianò, Ordinario militare per l’Italia, ha ricordato monsignor Giovanni Marra, metropolita emerito di Messina, già segretario generale del Vicariato, morto la sera dell’11 luglio a Roma all’età di 87 anni. I funerali si sono svolti venerdì 13 luglio nella chiesa di Santo Spirito in Sassia. Alla celebrazione, presieduta da monsignor Marcianò, erano presenti, tra gli altri, numerosi cappellani militari, sacerdoti della diocesi di Messina, l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, e monsignor Guerino Di Tora, ausiliare per il settore Nord della diocesi di Roma. Concelebranti l’arcivescovo emerito di Cagliari Giuseppe Mani, già ordinario militare e rettore del Seminario Romano Maggiore di Roma, e l’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi.

Durante l’omelia monsignor Marcianò ha più volte sottolineato che l’«amico» Giovanni Marra è stato per tutta la vita «un uomo di Dio e dunque uomo di tutti, uomo di tutti e dunque uomo di Dio. Ha vissuto per il Signore, è stato profondamente unito a Lui, mettendosi alla sua sequela fin da ragazzo». Nato a Cinquefrondi, in provincia di Reggio Calabria, il 5 febbraio 1931, Marra frequentò il ginnasio al seminario minore di Mileto e successivamente completò gli studi teologici al seminario di Reggio Calabria. Conseguì la laurea in Scienze sociali alla Pontificia Università Gregoriana e in diritto canonico alla Pontificia Università Lateranense. «Una preparazione culturale che ha affinato e ampliato in lui una particolare intelligenza della fede arricchita dal coraggio della preghiera e della carità», ha rimarcato Marcianò, che lo ha conosciuto quando era un giovane prete, ammirando subito la sua «innata correttezza e una intelligenza che gli consentiva di guardare dentro le cose, scorgendo ovunque i segni di Dio».

Ordinato sacerdote il 19 settembre 1953, dal 1960 al 1986 Marra ha prestato servizio presso la Santa Sede: nella Congregazione per il clero, nella Segreteria di Stato e nell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa). Quindi ha esercitato il suo ministero sacerdotale ed episcopale in tante realtà della diocesi di Roma. Il 7 giugno 1986 infatti Giovanni Paolo II lo aveva eletto vescovo titolare di Usula, affidandogli l’incarico di ausiliare di Roma per le attività pastorali e amministrative e quello di segretario generale del Vicariato dove, al suo fianco, lavorò l’attuale vicario, il cardinale Angelo De Donatis. Dal 1989 al 1996 è stato Ordinario militare per l’Italia, incarico nel quale «ha speso energie preziose – ha affermato Marcianò -, attuando con lungimiranza, discernimento e alto senso di ecclesialità il rapporto personale con i sacerdoti e i fedeli militari raggiunti nel loro quotidiano impegno in Italia e nelle delicate missioni internazionali di pace». Ancora, dal 1997 al 2006 è stato arcivescovo metropolita di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela, che «ha servito paternamente. Ha lasciato nella nostra Chiesa il ricordo e la traccia indelebile del pastore che sa appartenere con intelligenza e con amore al suo gregge e sente il suo gregge appartenergli diventandone servo. Ha saputo appartenere a tutti perché ha educato il suo cuore a essere di Dio».

In particolare, Marra aveva un rapporto privilegiato con i piccoli, i poveri, gli ultimi. L’arcivescovo Marcianò ha ricordato che «provvidenziale» fu il legame instaurato con le suore Missionarie della Carità, fondate da Madre Teresa di Calcutta. «Non solo ha promosso la loro opera negli anni di incarico alla Segreteria di Stato – ha spiegato – ma se ne è preso cura personalmente attraverso una presenza attenta, dedita e gioiosa soprattutto in “Casa Allegria”, la struttura di accoglienza per ragazze madri a Primavalle».

Il 3 gennaio 2007 Benedetto XVI lo aveva nominato membro della Congregazione per i vescovi. Dal 5 marzo 2011 al 31 maggio 2012 è stato amministratore apostolico della diocesi di Orvieto-Todi. L’Ordinario militare lo aveva visitato di recente, mentre era ricoverato in ospedale. Ne ha ricordato la «coraggiosa carità espressa anche nell’ultimo tratto del cammino terreno, nel duro sentiero della malattia e sofferenza. Ho visto risplendere nei suoi occhi – le parole di Marcianò – la vivace intelligenza e l’amore del pastore trasformati nel luminoso silenzio della preghiera continua. Non dimenticheremo mai la sua opera, la persona mite e forte, rispettosa e corretta, coraggiosa e piena di Dio».

16 luglio 2018