Monsignor Feroci: «Solitudine è una povertà nascosta»

Il direttore della Caritas diocesana: «Troppe le persone a Roma abbandonate a se stesse». Nel 2016 aiutate in diocesi più di 500 persone

Il direttore della Caritas diocesana: «Troppe le persone a Roma abbandonate a se stesse». Nel 2016 aiutate in diocesi più di 500 persone 

La solitudine a Roma è una piaga che non affligge solo gli anziani. Dell’esercito dei dimenticati fanno parte anche le 276 persone di età compresa tra i 18 e i 64 anni residenti in cinque municipi della Capitale aiutate da Caritas. Uomini e donne affetti da patologie importanti, persone con disturbi mentali che nessuno accompagna e segue, separati con problemi economici, anziani completamente soli o con parenti lontani, disabili che hanno perso i genitori, giovani che non lavorano e non studiano. Non di rado anche intere famiglie possono risultare isolate e lasciate a se stesse a causa di diversi fattori: la mobilità forzata per motivi di lavoro che sradica le famiglie dal luogo di origine, il licenziamento del capofamiglia, la desertificazione di reti solidali in quartieri particolarmente difficili o la malattia e la disabilità di un componente della famiglia.

I dati sono emersi durante il convegno “Le solitudini a Roma. La nuova pandemia sociosanitaria per anziani, giovani e famiglie”, promosso dalla Caritas di Roma in collaborazione con la Regione Lazio, che si è svolto questa mattina, venerdì 26 maggio, nella Sala Tirreno della Regione. Nel 2016 il Servizio Aiuto Alla Persona della Caritas ha fornito assistenza a 161 uomini e 362 donne: di questi il 52% ha tra i 18 e i 64 anni. Persone fragili scartate da una società competitiva che spaventa soprattutto i giovani che finiscono con isolarsi tra le pareti domestiche cercando riparo dietro lo schermo di un computer. È il fenomeno conosciuto in Giappone con il termine “hikikomori”.

Studiando il fenomeno della solitudine, la Caritas ha scoperto che un’imponente produzione scientifica internazionale annovera tra gli effetti devastanti l’insorgenza di malattie anche gravi associata a un accresciuto rischio di mortalità. Durante l’incontro è stato quindi evidenziato che combattere la solitudine è possibile solo con politiche sociali intelligenti, innovative e creative capaci di compensare i disequilibri esistenziali che affliggono la convivenza contemporanea e attraverso progettualità territoriali evolute che includano cittadini, volontari, operatori di quartiere.

Come il progetto “Quartieri solidali” che la Caritas porta avanti da alcuni anni fornendo assistenza domiciliare leggera che consiste nell’aiuto per le piccole faccende quotidiane, come ad esempio fare la spesa o pagare le bollette o la semplice compagnia di qualche ora. Per quel che concerne l’assistenza agli anziani, infatti, i servizi domiciliari in Italia rappresentano solo il 4,9% contro una media europea del 13%. Aumentano gli over 65 ma diminuisce la spesa di Regioni e Comuni per servizi sociali a favore degli anziani (secondo l’Auser è diminuita del 7,9%). «La solitudine rappresenta una “povertà nascosta” – ha detto monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas –. Sono tante le persone abbandonate nelle loro case e davanti a queste realtà non possiamo fare finta di nulla».

«Non può esserci politica credibile di crescita e di sviluppo che non passi dall’investimento sull’inclusione sociale e sull’accoglienza dell’altro – ha affermato Rita Visini, assessore alle politiche sociali della Regione Lazio –. Negli ultimi 4 anni la Regione ha compiuto sforzi enormi per dare al nostro territorio un sistema di servizi e di interventi al servizio dei singoli».

«Roma Capitale ha deciso di tornare a programmare il sociale perché per noi è importante promuovere la creazione di legami solidali tra le persone – ha aggiunto Laura Baldassarre, assessore alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale -. Il volontariato ha un ruolo incredibile per questo motivo recentemente abbiamo pubblicato un bando per ampliare il numero dei volontari a Roma». In apertura del convegno è stato proiettato il video “Foglie chiuse” un documentario con la testimonianza dell’attore Giulio Scarpati che propone storie di persone che vivono in situazioni di solitudine ed emarginazione sociale.

 

26 maggio 2017