Monsignor Cunial, una vita al servizio della Chiesa di Roma

Morto il 14 novembre, era stato vice parroco alla Natività e a Sant’Ireneo e poi parroco a Sant’Eligio dal 1968 al 2007. I funerali a Treviso, dove era nato

Il tratto dell’umiltà, insieme a quelli dell’allegria e della concretezza. Sono le caratteristiche che Enrico, uno dei più stretti collaboratori e amici di monsignor Rino Cunial, mette primariamente in luce del sacerdote che ha operato nella diocesi di Roma dal 1959 al 2007, morto sabato scorso, 14 novembre. I funerali verranno celebrati nella natia città di Treviso il prossimo venerdì, 20 novembre.

«Ci siamo conosciuti negli anni ’60, quando ero un adolescente – ricorda -. Venne nominato viceparroco nella mia parrocchia, quella di Sant’Ireneo, dove rimase per 5 anni, dal 1963 al 1968. Era un grande amico di noi giovani, un fratello maggiore e un confidente; per me, è stato ben più di un padre spirituale». Monsignor Cunial, infatti, «ha in qualche modo favorito e agevolato l’incontro e il fidanzamento con quella che sarebbe diventata mia moglie, Idria. Ci ha sposati nel 1972 e ha battezzato i nostri due figli, dei quali è stato anche il padrino in occasione della loro cresima». In nome di questo forte legame, «quando, nel 1968, don Rino divenne parroco a Sant’Eligio, nell’allora sperduto Villaggio Prenestino – continua il collaboratore e amico del sacerdote -, mi chiese di continuare ad aiutarlo nelle attività e molti furono i gruppi che nacquero proprio per sua iniziativa: dall’oratorio alle comunità neo-catecumenali». In particolare, Enrico ricorda «la lettura del Vangelo nelle case, una sorte di Lectio divina che curavamo insieme per rispondere al desiderio di don Cunial di conoscere da vicino le persone, incontrandole».

L’interesse del parroco per i suoi parrocchiani «ha fatto sì che la borgata dell’estrema periferia Est di Roma crescesse con e grazie a lui, che collaborò con il Comitato di quartiere, la cui sede venne ospitata per 25 anni proprio nei locali della parrocchia». In quella che era una zona «chiamata “ovile” per il fatto di essere esclusivamente campagna – continua Enrico -, arrivarono le strade asfaltate, l’acqua corrente e l’energia elettrica». Ancora, sempre operando per sostenere e agevolare il lavoro delle famiglie, «don Rino con l’aiuto della diocesi e i sostegni della Regione si prodigò per avere la scuola dell’infanzia, così che madri e padri potessero seguire i lavori nei campi o accettare anche occupazioni, seppur sempre umili e semplici, potendosi muovere verso il centro della città, sapendo a chi affidare i propri bambini». Il legame con la realtà della scuola materna, «che è arrivata ad accogliere fino a 250 bambini e nella quale operava anche la sorella di don Rino, consacrata delle Suore Cavanis – spiega ancora l’amico e collaboratore di monsignor Cunial -, è stato sicuramente uno dei motivi per cui ha scelto di non lasciare la parrocchia di Sant’Eligio, rifiutando incarichi in comunità più centrali».

Fino al 2007 infatti, «quando ha scelto di ritirarsi nella sua città d’origine, Possagno», il sacerdote ha guidato la parrocchia di Sant’Eligio, «dove per tutti è stato pilastro e punto di riferimento e dove desiderava festeggiare, il prossimo 29 giugno, i suoi 70 anni di sacerdozio», sono ancora le parole di Enrico. Lo storico collaboratore di don Cunial riferisce poi un ricordo relativo a un altro anniversario importante per il sacerdote. «In occasione dei 30 anni di ordinazione – dice – gli doveva essere conferito il titolo di “monsignore” ma lui, per umiltà, si rifiutava di riceverlo. Allora il cardinale vicario dell’epoca, Camillo Ruini, mi contattò in ufficio, mentre ero al lavoro, attraverso la sua segreteria, affinché, in qualità di stretto collaboratore di don Rino, intercedessi per questo».

In conclusione, per sottolineare ancora una volta «lo stretto legame che a tutt’oggi, come comunità, ci univa e ci unisce a don Rino, amico sempre capace di un sorriso e di un pensiero di speranza – afferma Enrico -, non potendo spostarci in Veneto per partecipare ai funerali data la situazione attuale di emergenza sanitaria, seguiremo in diretta dal Tempio Canoviano le esequie, mediante un collegamento in streming».

17 novembre 2020