Monsignor Bordoni, pastore «accogliente, mite, umile, libero»

All’Esquilino la Messa presieduta da De Donatis, a 10 anni dalla morte. «Un dono per la Chiesa di Roma». La testimonianza degli ex giovani del Gruppo dell’Immacolata

«Teologo e testimone della spiritualità mariana. Pastore accogliente, mite, umile, libero». Sono le parole incise su una targa apposta in memoria di monsignor Marcello Bordoni nella chiesa di Santa Maria Immacolata all’Esquilino. A dieci anni dalla morte del sacerdote, scomparso il 25 agosto 2013, il cardinale vicario Angelo De Donatis ha presieduto ieri sera, domenica 17 settembre, una Messa nella piccola chiesa in stile neogotico che don Marcello ha guidato per 37 anni, dal 1973 al 2010. Nato e vissuto nel quartiere Esquilino, ricorda ancora la targa voluta dal Gruppo dell’Immacolata – gruppo degli ex giovani della parrocchia fondato agli inizi degli anni ‘80 -, don Marcello è stato anche parroco di Sant’Eusebio dal 1967 al 1973.

Quando era seminarista, il cardinale De Donatis ha conosciuto don Bordoni, che ha definito «un dono per la Chiesa di Roma». Tratteggiandone alcune caratteristiche, si è soffermato sull’uomo di fede, il pastore e il teologo. «Già nella sua famiglia si respirava una atmosfera intrisa di fede», ha detto ricordando che la sorella maggiore del sacerdote, Maria Caterina Bordoni, fondatrice dell’Opera Mater Dei, è stata dichiarata venerabile nel 2018. Don Marcello, «la cui esistenza si è inserita totalmente nella vita di Cristo», aveva «nel suo dna l’animo del pastore – ha proseguito il cardinale vicario -. Ha fatto il parroco con serietà e l’attitudine a incarnare il Vangelo lo ha accompagnato sempre. Non si allontanava mai da Roma per non lasciare la sua gente e aveva una particolare sensibilità per i giovani, specie per i fuori sede».

Parlando poi del don Marcello “teologo”, appellativo che il sacerdote romano «non amava», De Donatis ha ricordato la sua vasta produzione letteraria, tra cui l’opera in tre volumi “Gesù di Nazaret, Signore e Cristo. Saggio di cristologia sistematica”, pubblicata tra il 1982 e il 1986. Monsignor Bordoni è stato, tra le altre cose, professore ordinario di Cristologia della Pontificia Università Lateranense, decano e vicedecano della facoltà di Teologia, preside dell’istituto superiore di scienze religiose “Ecclesia Mater”, consultore di tre congregazioni vaticane, e, per volontà di Giovanni Paolo II, primo presidente della riformata Pontificia Accademia di Teologia. Eppure quasi nessuno conosceva i suoi alti incarichi al di fuori dell’ambiente accademico, «persino le suore dell’Opera Mater Dei che lo hanno assistito fino alla morte non sapevano molte cose – ha proseguito il cardinale vicario -. I suoi incarichi non costituivano per lui un motivo di vanto o di visibilità, anzi cercava di nascondersi. Mostrava un grande senso di umiltà che tutti gli riconoscevano».

Il rettore di Santa Maria Immacolata all’Esquilino don Domenico Repice ha ricordato «l’affabilità» di monsignor Bordoni mentre nelle parole degli ex giovani del Gruppo dell’Immacolata è forte la riconoscenza nei confronti di un sacerdote che è stato punto di riferimento per tanti. Alessandro Zappulla, oggi nonno, fu ospitato in canonica nell’ultimo anno dei suoi studi universitari. «L’incontro con don Marcello ha segnato la mia vita – ha detto -. Con lui ho fatto esperienza di crescita umana e spirituale e il suo donarsi gratuitamente mi spiazzava». A distanza di oltre 40 anni, il Gruppo dell’Immacolata non si è sciolto. «Ancora oggi settimanalmente ci colleghiamo per commentare il Vangelo», ha spiegato Paola Cela. Suor Elvezia, responsabile dell’Opera Mater Dei, ha descritto Bordoni quali uomo «umile, fedele, obbediente, appassionato di Cristo, del Vangelo e del suo ministero pastorale. Aveva sempre la corona del Rosario o al collo o in mano – ha concluso -, diceva che era la sua arma».

18 settembre 2023