Moige, divieto di vendita videogames violenti ai minori
La proposta in parlamento da parte dei deputati di Scelta Civica. Per il direttore del Moige Affinita: «Vietare la vendita come per sigarette e alcool»
La proposta in parlamento da parte dei deputati di Scelta Civica. Per il direttore del Moige Affinita: «Vietare la vendita come per sigarette e alcool»
In Italia il 35,1% degli studenti di scuola media e il 43,5% di quelli di scuola superiore giocano con videogames non adatti ai minori. Sono i dati della ricerca “I divieti trasgrediti” commissionata dal Moige – Movimento Italiano Genitori -, e realizzata da un gruppo di ricerca, coordinato da Anna Maria Giannini, docente della facoltà di Psicologia dell’Università “La Sapienza”, sull’accesso dei minori a videogiochi considerati a rischio. Sono stati intervistati 1845 studenti, di cui 977 ragazzi e 868 ragazze.
Sulla scia dei risultati della ricerca, i deputati di Scelta Civica hanno presentato, martedì 15 settembre alla Camera dei deputati, le “Norme a tutela dei minori in materia di diffusione e vendita di videogiochi violenti e/o pornografici”. La proposta di legge è stata sottoscritta da «un rappresentante per ogni forza politica di questa XVII Legislatura», ha detto Antimo Cesaro, segretario della commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza. La proposta di legge ha lo scopo di introdurre nel nostro ordinamento una regolamentazione della diffusione e vendita dei videogiochi, destinati agli adulti, per tutelare i minori che li usano.
I videogiochi vengono utilizzati in casa senza internet rispettivamente per il 37,4% e il 39,7% degli studenti di scuola media e superiore, con il collegamento online per il 19,9% e il 20% degli studenti di primo e secondo grado e a casa di amici per il 25,1% e 22,3% degli studenti di secondo e primo grado. «I ragazzi che trascorrono molte ore a giocare – spiega Giannini – spesso si identificano nei personaggi dei videogiochi, si immergono in una realtà alternativa e non di rado emulano con gli amici quello che fanno davanti allo schermo. La famiglia non sempre è a conoscenza del tasso di pericolosità di videogiochi che, per esempio, incitano all’odio razziale, e, di conseguenza ne consente l’utilizzo».
La proposta di legge prevede che i videogiochi vengano classificati per età minima dei giocatori, i contenuti, la pericolosità per l’integrità psico-fisica e morale del minore, la possibilità di giocare attraverso internet. «L’uso di sostanze stupefacenti, la violenza, il linguaggio usato in questi giochi – afferma Cesaro – deve responsabilizzarci tutti e indurci ad intervenire. Non demonizziamo o censuriamo i videogiochi – sottolinea Antonio Affinita, direttore generale del Moige –, ma ci deve essere il divieto di vendita ai minori così come già avviene per sigarette, alcool, giochi di scommesse».
Per il deputato di Scelta Civica, Giovanni Palladino «bisogna combattere il fenomeno a partire da un meticoloso controllo sulle vendite». La proposta di legge, infatti, prevede che i venditori debbano esporre i videogiochi vietati ai minori separatamente dagli altri in spazi non accessibili ad un pubblico di minori. Ogni violazione sarà punita con sanzioni. La campionessa olimpica e deputato Valentina Vezzali propone «di favorire varie attività come lo sport, la musica e ogni forma d’arte possibile per impegnare i ragazzi in altre attività fuori casa».
(Roberta Pumpo)
17 settembre 2015