Missionarietà? «Per tutto l’anno»
Suor Elisa, direttrice del Centro diocesano per la cooperazione tra le Chiese: «Ottobre sia l’esplosione di un percorso». La veglia diocesana il 21 ottobre, a San Giovanni con De Donatis, sul tema “Testimoni e profeti”, con la consegna del mandato “ad gentes” ai missionari in partenza quest’anno
Ottobre è il mese della «festa missionaria ma la missionarietà deve abbracciare tutto l’anno. Il mese missionario non deve ridursi a una raccolta di offerte ma deve rappresentare l’esplosione di un percorso portato avanti da gennaio a dicembre». È uno degli obiettivi che vorrebbe raggiungere la direttrice del Centro diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese, suor Elisa Kidané, per la quale è importante non focalizzarsi su questa particolare vocazione solo a ottobre ma ridare slancio all’annuncio, conservando l’entusiasmo dell’apostolato per dodici mesi. La Giornata missionaria mondiale quest’anno si celebra domenica 24 ottobre e il tema è “Testimoni e profeti”, in linea con il Messaggio inviato da Papa Francesco dal titolo “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato“, versetto tratto dagli Atti degli Apostoli. Momento culmine per la Chiesa di Roma sarà la veglia missionaria diocesana, giovedì 21 ottobre alle ore 20.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano, presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis.
Sulla copertina del libretto preparato per il momento di preghiera è riportata una fotografia scattata dalla stessa suor Elisa in un villaggio africano, dove i cristiani rappresentano la minoranza, e riporta l’immagine di una capanna con una croce posta sul tetto. «Ho pensato si trattasse della cappella – spiega la religiosa, appartenente all’Istituto delle Missionarie Comboniane -. Poi ho visto il crocifisso su altre capanne e mi è stato spiegato che sono le case delle famiglie cristiane. È la testimonianza profetica fatta da gente semplice per la quale la croce ha un valore immenso mentre noi occidentali ne abbiamo fatto un ornamento». Nella veglia missionaria sarà consegnato il mandato missionario “ad gentes”. Cosa motiva religiosi, laici, famiglie a partire per terre lontane? Perché ogni anno, compreso questo, i missionari sono sempre di meno? In risposta a queste domande il Centro diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese ha strutturato la veglia in quattro momenti, centrati sul tema della Giornata missionaria. «Si partirà con una testimonianza – dice suor Elisa -, per far comprendere che la partenza arriva all’apice di un lungo percorso. Quindi si passerà alla “profezia” attraverso l’esempio di una comunità religiosa di Roma che, attuando l’invito di Papa Francesco a uscire per visitare le periferie esistenziali, ha lasciato il suo “terreno rassicurante” per andare incontro al prossimo. Il viaggio fuori dalla propria terra inizia quando l’hai già fatto nel tuo territorio». I giovani di una parrocchia romana saranno i protagonisti del terzo momento. Hanno già vissuto la missione in altri Paesi del mondo e al loro rientro, «arricchiti dall’esperienza fatta, hanno cercato di mantenere viva la loro passione missionaria negli ambienti in cui vivono, studiano, lavorano». Infine, la cerimonia della consegna del mandato.
«La partenza geografica è possibile solo se ci sono prima queste tappe – specifica la religiosa -. La consegna del mandato avviene perché c’è stata una Chiesa che ha dato testimonianza, è stata profetica e ha mantenuto l’entusiasmo missionario». Soffermandosi sullo slogan per la Giornata missionaria mondiale 2021, suor Kidané afferma che «essere testimoni e profeti oggi è una sfida, perché significa avere il coraggio di andare controcorrente. Viviamo in una società dove impera l’appiattimento per cui tutti dobbiamo fare la stessa cosa». Esempio di “malattia comune” nella società moderna è la dipendenza da smartphone che suor Elisa riscontra nei suoi spostamenti in metropolitana, dove quasi tutti i passeggeri hanno il capo chino sul cellulare. «Bisogna uscire dalla massa per dare testimonianza di una vita coerente coi valori che abbiamo scelto e che il battesimo ci ha trasmesso. Nella misura in cui sei testimone sei anche profeta, cioè capace con il tuo atteggiamento di far capire a chi ti è vicino che c’è una realtà oltre». Ad esempio, un buon libro al posto del telefonino.
12 ottobre 2021