Missionari, il mandato con la croce e il Vangelo

Il 19 ottobre a San Giovanni in Laterano la veglia con il vicario De Donatis. Testimonianze del vescovo di Gibuti e di don Daniele Mazza. La preghiera per don Pallù, rapito in Nigeria

La Croce azzurra, di legno, due chiodi sopra a formare la figura di Cristo. E una copia del Vangelo, il lieto annuncio che valica ogni confine. Sono due oggetti da tenere vicino ma da portare lontano, due strumenti per evangelizzare. Sarà l’arcivescovo Angelo De Donatis a consegnarli a quanti riceveranno il mandato missionario, nel corso della veglia missionaria diocesana, giovedì 19 ottobre alle 20.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano. “Ho udito il grido del mio popolo” (Es. 3, 7) è il tema che farà da filo conduttore alla celebrazione. A partire sono religiose, religiosi – che talvolta sono anche sacerdoti – laici. «La componente delle famiglie che partono in missione per evangelizzare – spiega don Michele Caiafa, addetto del Centro diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese – proviene prevalentemente dal Cammino neocatecumenale. Vanno nei Paesi che tradizionalmente sono destinatari della missione ad gentes: l’Africa, l’Asia, l’America Latina….. Il proprium del Centro missionario diocesano è portare il Vangelo laddove non è ancora arrivato, e riaccendere il fuoco della fede laddove si è assopito». I missionari sono veri «testimoni della tenerezza di Dio» e «testimonianza vivente delle parole di Papa Francesco», per il sacerdote: «Il missionario va dalla pietra che gli altri scartano perché vede la possibilità di farla diventare pietra angolare». Come don Maurizio Pallù, il sacerdote della diocesi di Roma sequestrato giovedì 12 ottobre in Nigeria, per il quale tutta la Chiesa si stringe in preghiera intorno al suo vescovo Papa Francesco e al vicario Angelo De Donatis. 

Missionari sono anche i due che porteranno la propria testimonianza nella veglia diocesana: il primo è monsignor Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio. Francescano originario di Galzignano Terme, in provincia di Padova, Bertin ha svolto il suo ministero in Somalia accanto al vescovo Pietro Salvatore Colombo, assassinato nel 1989, di cui poi prese il posto. Parlerà quindi padre Daniele Mazza, missionario del Pime, romano, classe 1977, dal 2008 inviato in Thailandia. Qui, oltre al proficuo dialogo con i buddhisti, porta avanti attività legate all’educazione e all’assistenza dei bambini abbandonati, dei disabili, degli anziani. «Prendiamo atto di quanti Paesi ancora vivono il flagello della guerra – riflette don Caiafa -, e prendiamo atto che, sebbene in modo frammentato, stiamo in parte inconsapevolmente vivendo una terza guerra mondiale. “Ho udito il grido del mio popolo”, come recita il versetto dell’Esodo scelto per guidare la veglia diocesana, vuol dire proprio questo. Udire il grido di chi ancora oggi chiede a noi Paesi che siamo nell’opulenza il pane quotidiano, che si traduce in evangelizzazione, in progetti sanitari, in educazione, nell’accoglienza di tutte le forme di marginalità. Udire il grido delle persone sfruttate, di chi vive la drammatica esperienza della tratta… Le donne, penalizzate oltremodo in tante parti del mondo. Udire il grado delle Chiese in sofferenza, alle quali non è consentito di vivere in piena libertà l’espressione della fede in Cristo. Di quanti ancora oggi vengono uccisi a causa di Cristo e del Vangelo».

La veglia è preludio alla Giornata missionaria mondiale, che si celebrerà domenica 22 ottobre. La colletta della Giornata sarà devoluta alle Pontificie Opere missionarie, tramite il Centro missionario diocesano, «che provvederanno a una ripartizione equa secondo le esigenze dei diversi Paesi». Ma le iniziative proseguiranno nei mesi successivi: «Il Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese vuole proporre alla diocesi – spiega il vescovo Paolo Lojudice, incaricato del Centro diocesano e membro della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei – un percorso di riflessione che quest’anno ha per tema i minori, le migrazioni, la tratta: sfide importanti per la Chiesa e per la nostra città di Roma».

16 ottobre 2017