Missili su Israele anche dalla Siria

Oltre 1.200 i morti dall’inizio dell’attacco di Hamas, il 7 ottobre. Il massacro nel kibbutz di Kfar Aza, dove i soldati israeliani hanno trovato almeno 40 piccoli uccisi, tra le decine di persone trucidate a sangue freddo. A Gaza le vittime toccano quasi quota mille

La notizia arriva dai media locali: l’esercito israeliano ha individuato una serie di lanci dalla Siria verso le alture del Golan, nel territorio di Israele. Parte di questi, ha riferito il portavoce militare, «sono passati nel territorio israeliano e, con tutta probabilità sono caduti in aree aperte». I razzi partiti dalla Siria, secondo le fonti di informazione locale, sono 5; ora l’esercito di Israele – che nel frattempo ha ricevuto il primo carico di munizioni arrivato dagli Usa – sta attaccando le postazioni da dove sono stati lanciati. Dall’inizio della recente escalation nella Striscia di Gaza, è la prima volta che tra Israele e Siria avviene uno scambio di colpi di artiglieria transfrontalieri. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, il bombardamento sul Golan è stato effettuato da «fazioni palestinesi che collaborano con gli Hezbollah libanesi».

Nella notte intanto l’esercito israeliano ha colpito 450 obiettivi di Hamas e delle altre fazioni palestinesi. Il portavoce militare riferisca, ancora, che solo a Beit Hanoun, nel nord della Striscia,  sono stati colpiti 80 obiettivi, comprese due banche di Hamas, un tunnel e due centri operativi. E il bilancio delle vittime sale, da entrambe le parti: arrivati a 950 i morti palestinesi; circa 5mila i feriti. Israele conta invece almeno 1.200 morti e oltre 2.700 feriti. La «stragrande maggioranza» delle vittime erano civili, ha reso noto il portavoce delle Forze di difesa israeliane Jonathan Conricus.

Tra le vittime israeliane, quelle del kibbutz di Kfar Aza, dove nella notte tra venerdì e sabato scorso si sono infiltratati i miliziani di Hamas e delle altre fazioni palestinesi, trucidando a sangue freddo centinaia di persone tra uomini, donne e bambini. Nel kibbutz infatti sono stati trovati i corpi di almeno 40 piccoli. Il reportage di una tv israeliana riporta la testimonianza dei soldati di Israele, secondo cui alcuni dei bimbi, anche neonati, sono stati «decapitati». I responsabili dell’esercito usano la parola «strage». Ad Ashkelon invece, a 40 chilometri a nord della Striscia di Gaza, dopo l’ultimatum agli abitanti della città lanciato qualche ora prima, i razzi di Hamas hanno colpito l’Hotel Regina. E nella giornata di oggi, 11 ottobre, le scuole restano chiuse in tutto il Paese, per motivi di sicurezza, ha annunciato il ministero dell’Istruzione. E il premier Netanyahu è vicino all’intesa sul gabinetto di guerra.

Israele infatti, ha dichiarato il ministro della Difesa Yoav Gallant, si sta muovendo verso «una completa offensiva». Parlando alle truppe al confine di Gaza, ha spiegato: «Ho allentato tutte le restrizioni, abbiamo il controllo dell’area e ci stiamo muovendo verso un’offensiva totale». Nel frattempo, un raid lanciato da Israele ha colpito il porto di Gaza. In fiamme pescherecci e imbarcazioni. E il presidente dell’Autorità palestinese per l’energia Thafer Melhem, riferisce il Guardian, ha dichiarato alla radio Voice of Palestine che l’unica centrale elettrica della Striscia di Gaza – unico attuale fornitore di elettricità – resterà senza carburante tra 10 o 12 ore. Lunedì 9 ottobre infatti Israele ha interrotto la fornitura di elettricità a Gaza come parte di quello che ha definito un «assedio completo», in risposta all’attacco di Hamas.

Assedio che, ha ammonito il responsabile Onu per i diritti umani Volker Turk, è «vietato dal diritto internazionale umanitario». Ma dalle Nazioni Unite arriva, attraverso il capo degli Affari umanitari Martin Griffiths, un messaggio «inequivocabile» a tutte le parti: «Le leggi di guerra devono essere rispettate». Pertanto, «coloro che sono tenuti prigionieri devono essere trattati umanamente e gli ostaggi devono essere rilasciati senza indugio». È la “risposta” alle dichiarazioni del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh riportate da Haaretz, secondo cui non ci saranno «discussioni sui prigionieri e sugli ostaggi in mano delle forze della resistenza» fino alla fine della campagna militare. Dall’altra parte, «durante le ostilità, i civili e le infrastrutture civili devono essere protetti, e gli aiuti umanitari, i servizi e le forniture vitali a Gaza non vanno bloccati», sono ancora le parole di Griffiths.

In Italia, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha presieduto al Viminale il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con il sottosegretario Nicola Molteni e i vertici delle forze di polizia e delle agenzie di sicurezza. «All’esito di una articolata valutazione dei profili di rischio – informano dal ministero – sono stati disposti l’innalzamento del livello di attenzione verso ogni possibile obiettivo e un rafforzamento delle misure di prevenzione sul territorio. E nella giornata di ieri, 10 ottobre, sono atterrati all’aeroporto di Pratica di Mare i due aerei militari che hanno riportato in Italia i primi 200 connazionali che hanno voluto lasciare Israele. In programma altri due voli militari da Tel Aviv, che riporteranno a casa altri 200 italiani circa.

11 ottobre 2023