Solo nel 2016, 25.850 bambini e adolescenti non accompagnati e separati sono arrivati nel nostro Paese: più del doppio rispetto ai 12.360 del 2015, il 91% di tutti i 28.200 minorenni che hanno raggiunto l’Italia. Il disegno di legge introduce una serie di modifiche alla normativa vigente, con l’intento di definire un sistema nazionale organico di protezione e accoglienza. Tra le misure previste, i minorenni stranieri non accompagnati e/o separati non sono soggetti a respingimento alla frontiera, senza alcuna eccezione; è ridotto il termine massimo di trattenimento dei minori nelle strutture di prima accoglienza (da 60 a 30 giorni); le procedure per l’accertamento dell’età vengono migliorate e uniformate; viene stabilito un sistema organico di accoglienza dei minorenni stranieri non accompagnati, che soddisfi gli standard minimi delle strutture residenziali per minorenni. Ancora, viene esteso l’utilizzo di mediatori culturali qualificati col compito di comunicare e tradurre i bisogni di questa categoria di minorenni particolarmente vulnerabili; viene promossa la figura dell’affido familiare, così come la nomina puntuale di tutori volontari per questi minorenni; vengono rafforzati alcuni dei diritti riconosciuti ai bambini non accompagnati, come quello all’assistenza sanitaria, all’istruzione, alla piena attuazione delle garanzie processuali; viene istituito un sistema informativo nazionale dei minori non accompagnati presso il ministero del Lavoro e delle politiche sociali.

Soddisfazione per l’approvazione anche nelle parole del gesuita Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli. «La legge – commenta – è frutto di una sinergia proficua tra rappresentanti istituzionali ed enti di tutela. In un momento in cui si registra un significativo aumento di minori stranieri non accompagnati in Italia, dotarsi di norme organiche che hanno come priorità il maggior interesse del minore ci fornisce un quadro di riferimento essenziale per accogliere e proteggere bambini e ragazzi stranieri fino alla loro completa inclusione nel tessuto sociale e alla fondamentale riappropriazione della loro infanzia». Per Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, «l’Italia può dirsi orgogliosa di essere il primo Paese in Europa a dotarsi di un sistema organico che considera i piccoli prima di tutto bambini, a prescindere dal loro status di migranti o rifugiati».

Dall’inizio dell’anno, secondo le stime di Save the Children, sono giunti in Italia oltre 3.360 minori, di cui almeno 3mila non accompagnati. «Oggi – afferma Milano – è una giornata storica per i diritti di tanti minori vulnerabili. Armonizzando la normativa sulla protezione dei minori e quella sull’immigrazione, il testo unico approvato alla Camera recepisce infatti pienamente i principi fondamentali della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, garantendo così ai minori stranieri non accompagnati – quelli già presenti in Italia e quelli che arriveranno quest’anno – la protezione e le opportunità di inclusione di cui hanno bisogno». Ora l’impegno di Save the Children sarà finalizzato a ottenere «una piena e rapida attuazione della legge per uscire definitivamente da una logica emergenziale e poter contare, d’ora in avanti, su un sistema strutturato e organico». A tutela di quello che monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, definisce con le parole di Papa Francesco «uno dei tasselli più fragili di un mondo in fuga».

Perego ricorda che dal 2014 a oggi «sono stati oltre 50mila i minori non accompagnati sbarcati sulle nostre coste, che, troppe volte, non hanno ottenuto una immediata tutela e protezione in un contesto familiare, come si ricorda nel Report sull’asilo 2017 pubblicato dalla Fondazione Migrantes e dedicato in particolare ai minori non accompagnati». La legge approvata oggi «aiuta a superare, anzitutto, la precarietà e la straordinarietà, spesso in grandi centri più simili a orfanotrofi che a luoghi familiari, dell’accoglienza di minori non accompagnati, prevedendo una immediata tutela e una serie di azioni che salvaguardino “il superiore interesse del minore”». E attivando da subito la formazione oltre che di tutori adulti «anche di famiglie affidatarie disposte ad accogliere adolescenti, con un impegno preciso dei servizi territoriali». Più del 90% dei minori sbarcati in Italia senza un adulto di riferimento infatti ha un’età compresa tra i 15 e i 17 anni. Proprio per questo, aggiunge ancora il direttore di Migrantes, «attivare percorsi per un ulteriore accompagnamento a coloro che arrivano alla maggior età, fino a favorire un’autonomia. La sicurezza dei minori senza famiglia, in questo modo, sarà più garantita : un segnale importante – conclude – sul piano della politica italiana ed europea».

29 marzo 2017