Minori non accompagnati, collaborazione con i religiosi dei luoghi di partenza

La proposta di padre Fabio Baggio, sottosegretario del dicastero per lo Sviluppo umano integrale, durante il convegno del Centro missionario diocesano : «Garantire la protezione sin da quando lasciano la loro terra»

Secondo i dati del Ministero dell’Interno tra gennaio 2011 e dicembre 2016 sono arrivati in Italia via mare 624.262 stranieri dei quali 85.937 minori. Tra questi ultimi 62.672 sono stati i minori non accompagnati, provenienti principalmente da Eritrea, Egitto, Gambia, Somalia, Nigeria e Siria. Una lieve flessione è stata registrata nei primi mesi del 2017 quando sono giunti in Italia 12.656 minori senza adulti di riferimento che rappresentano il 13% dei migranti arrivati nel nostro Paese. Durante l’incontro di sabato 17 febbraio “Migrazione dei minori ed accoglienza. L’impegno e la testimonianza delle comunità cristiane e delle associazioni” – promosso al Seminario Maggiore dal Centro Missionario Diocesano e dall’Ufficio Migrantes -, padre Fabio Baggio, sottosegretario del dicastero per la Promozione dello sviluppo umano integrale, è partito dalle preoccupazioni manifestate da Papa Francesco e contenute nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2017 interamente dedicato ai “Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce” ricordando che tra il 2014 e il 2016 sono arrivati in Italia oltre 50mila minori non accompagnati, la maggioranza tra i 15 e i 17 anni, e di questi non si ha più notizia di 28mila ragazzi.

padre Fabio Baggio
padre Fabio Baggio

«La responsabilità di questi minori deve riguardare tutti fin dall’inizio del loro viaggio – ha affermato -. Come Chiesa cattolica, dobbiamo collegarci con le realtà ecclesiali, come le congregazioni religiose e i missionari, presenti nel luogo di partenza in modo da garantire la protezione ai minori fin da quando lasciano la loro terra». Ribadendo che la Chiesa italiana e le organizzazioni cattoliche sono state fin da subito in prima fila nell’assistenza dei minori non accompagnati, ha ammonito a stare attenti «ai giudizi affrettati e a quelli semplicistici». Se è vero che davanti a situazioni di emergenza prevale spesso la generosità bisogna comunque «moderare l’entusiasmo» e avere piena coscienza di chi sono e da dove provengono i minori avvalendosi dell’aiuto di esperti.

«Attenzione agli inganni – ha detto –.
Può capitare che tra le persone che accompagnano o segnalano i minori o tra chi si propone di aiutarli si nascondano i trafficanti». A tal riguardo è fondamentale la collaborazione con le forze dell’ordine. Padre Fabio Baggio ha suggerito alle associazioni di prevedere un programma di partecipazione di cittadinanza attiva in modo che i minori si sentano sempre più responsabili del territorio e della società che li ha accolti e di attivarsi affinché i più piccoli vengano accolti in famiglie. «Solo il 4,1% dei minori arrivati in Italia sono stati affidati a tutori privati» ha aggiunto. Ha quindi fatto un plauso alla normativa italiana che non prevede la detenzione per i minori non accompagnati mentre «gli altri paesi non sono in questa linea e prevedono la detenzione per il solo status migratorio».

Ha infine chiesto di prendersi cura della dimensione spirituale e religiosa dei ragazzi ma senza rinunciare ad essere Chiesa Cattolica che «apre le porte a chiunque bussa nel rispetto delle religioni altrui ma anche in un dialogo di rispettivo arricchimento. È nell’esperienza dell’essere rispettati che si inizia a rispettare gli altri». Anna Marchei della Comunità di Sant’Egidio ha parlato dell’esperienza di Corridoi umanitari, delle Scuole della pace che sostengono i bambini nell’inserimento scolastico e aiutano i genitori, del lavoro svolto nelle scuole dai mediatori culturali, e delle problematiche di dispersione scolastica riscontrate soprattutto nelle periferie. «Con l’autonomia scolastica – ha affermato – lo Stato italiano non controlla più gli iscritti e solo nel quartiere Tor Pignattara per quest’anno scolastico siamo riusciti ad inserire 40 bambini, tra elementari e medie, ai cui genitori era stato detto che non c’era posto perché non erano nati in Italia. Questo è un fenomeno da affrontare perché saranno i cittadini del futuro».

Cesare Fermi dell’organizzazione umanitaria Intersos ha parlato del centro di accoglienza notturno attivo a Roma dal 2011 nel quale sono stati ospitati oltre 5 mila minori non accompagnati in transito in Italia ai quali viene fornita anche assistenza psicologica. Il direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma, monsignor Pierpaolo Felicolo, ha invitato le associazioni e i religiosi presenti all’incontro a continuare a lavorare facendo rete mentre per monsignor Paolo Lojudice, presidente della Commissione regionale per le migrazioni, in un’epoca in cui i mass media parlano solo di fatti di cronaca è importante far conoscere le esperienze delle comunità cristiane e delle associazioni. Il vescovo ha invitato quindi i partecipanti a diffondere quanto viene detto durante gli incontri rendendo partecipi anche i gruppi giovanili.

 

19 febbraio 2018