Minori migranti: a Lampedusa situazione critica

Almeno 300 i bambini sbarcati negli ultimi giorni. Alcuni anche piccolissimi. Save the Children le condizioni ambientali estreme e il sovraffollamento dell’hotspot: «Garantire assistenza e protezione adeguate»

Ci sono anche alcuni neonati tra i minori non accompagnati e i bambini sbarcati negli ultimi giorni a Lampedusa. Una situazione, la loro, che da Save the Children definiscono «particolarmente critica», per «le condizioni ambientali estreme e il sovraffollamento oltre a ogni limite dell’hotspot di Contrada Imbriacola». Nell’analisi di Lisa Bjelogrlic, responsabile degli Interventi di protezione minori in frontiera in Italia dell’organizzazione, «i numerosi sbarchi che si sono susseguiti hanno complicato ulteriormente le condizioni dei migranti ospitati nel centro, e in particolare di quelli più vulnerabili, come gli almeno 200 minori non accompagnati, che hanno anche un’età inferiore ai 15 anni, e i circa 100 bambini, tra cui alcuni neonati. È necessario accelerare i trasferimenti, che sono iniziati in queste ore», si legge in una nota diffusa ieri, 25 luglio.

Garantire una risposta immediata ai loro bisogni primari, come cibo, acqua e assistenza medica, oltre alla necessaria protezione: questa la priorità, per Save the Children, presente sull’isola con un intervento di protezione e sostegno dei minori in collaborazione con l’Unicef. «Molti di questi minori soli, mamme e bambini, hanno già affrontato grandi sofferenze e violenze nella fuga dal loro Paese, nel viaggio attraverso le frontiere, nei centri gestiti dai trafficanti e nell’attraversamento del Mediterraneo – aggiunge Bjelogrlic -, spesso assistendo alla morte di familiari, parenti, amici o compagni di viaggio, e sono in una pesante condizione di prostrazione o fragilità psicologica e devono ricevere subito assistenza e protezione adeguate. La situazione di questi giorni a Lampedusa – conclude – dimostra ancora una volta la necessità di affrontare l’arrivo dei migranti e la gestione dell’hotspot in modo strutturato».

Da Save the Children sottolineano, ancora, la necessità di un’assunzione condivisa di responsabilità e impegno tra i Paesi europei. L’Unione europea e gli stati membri, evidenziano, «hanno l’obbligo di cooperare e coordinarsi per soccorrere le persone in difficoltà nel Mediterraneo, ai propri confini, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale, e devono intensificare i loro sforzi per garantire un sistema di salvataggio e soccorso adeguato, impegnandosi anche in prima linea nell’accoglienza e nella protezione dei migranti che attraversano la frontiera sud dell’Europa in cerca di salvezza, in particolare di quelli più vulnerabili».

26 luglio 2022