Minori, il Garante: i Gruppi di parola divengano misura strutturale

Se ne è parlato a Roma, in occasione dell’evento conclusivo di un progetto nazionale promosso dall’Autorità. Dalla prima mappa a livello nazionale emergono regioni che hanno sviluppato questa esperienza in maniera significativa

I Gruppi di Parola (GdP) sono una risorsa per la cura dei legami familiari nella separazione dei genitori. Se ne è parlato ieri, 3 dicembre, a Roma, in occasione dell’evento conclusivo di un progetto nazionale promosso dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia) in collaborazione con l’università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto Toniolo di Studi Superiori. Nel corso del 2018 sono stati realizzati dieci Gruppi di Parola nelle tre città coinvolte dal progetto: Roma, Napoli e Milano. In Italia i centri dove si svolgono i gruppi di parola, rilevati alla Cattolica, sono 67, con prevalenza al Nord (69%). Tremila le copie distribuite della Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori, mentre i tribunali raggiunti sono stati 169.

Annunciata la pubblicazione sul sito dell’Agia e dell’Università Cattolica di una prima mappa dei centri in Italia, rilevati dalla Cattolica, dove si realizzano i Gruppi di Parola, destinata a essere aggiornata dinamicamente. Da essa è possibile ricavare i recapiti dei GdP regione per regione, ove presenti. Al convegno ha preso parte anche Lorraine Filion, prima ideatrice dei gruppi per i figli di genitori separati in Canada.

«Con i Gruppi di Parola bambini e ragazzi comprendono che l’esperienza della separazione dei genitori coinvolge anche altri coetanei. Insieme possono infatti condividere le emozioni ed esprimere il loro vissuto, con l’aiuto di professionisti specializzati. Parola, disegno, gioco e scrittura aiutano i bambini ad affrontare le difficoltà dei cambiamenti familiari e facilitano il dialogo con i genitori. La proposta che avanziamo è che i Gruppi di Parola entrino come misura strutturale nei piani nazionali per l’infanzia e per la famiglia», ha detto l’Autorità garante Filomena Albano.

Dalla prima mappa a livello nazionale emergono regioni che hanno sviluppato questa esperienza in maniera significativa ed altre che possono svilupparla. «Uno degli effetti più rivoluzionari della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, della quale è iniziato l’anno che porterà alle celebrazioni del trentennale, è la promozione di relazioni familiari non più basate sul concetto di autorità ma sul concetto di responsabilità nei confronti dei figli», prosegue la Garante. Questo «porta a mettere al centro bambini e ragazzi ed evitare che situazioni di conflittualità e di crisi familiare possono arrecare loro danni. È la stessa direzione che percorre la Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori: dieci punti fermi che pongono al centro i figli e sono ispirati ai valori della Convenzione».

4 dicembre 2018