L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha detto il suo sì: con 152 voti favorevoli, è stato approvato ufficialmente il Global Compact for migration, un accordo non vincolante sulla gestione delle migrazioni ma soprattutto «un percorso e una tabella di marcia verso un’agire umano e ragionevole a beneficio dei migranti, dei loro Paesi di origine, transito e destinazione». E proprio di «maggiore solidarietà con i migranti in situazioni di spaventosa vulnerabilità e abusi» ha parlato, nel suo discorso, il segretario generale Antonio Guterres, sottolineando la necessità di «escogitare più vie legali per la migrazione».

Il documento, che era stato presentato a Marrakesh la scorsa settimana, aveva ottenuto una prima adesione da 164 Stati membri. Al momento del voto, però, 24 hanno deciso di non prendervi parte e in particolare Repubblica Ceca, Ungheria, Israele, Polonia e Stati Uniti hanno votato contro. Altri 12 Stati, tra cui Italia, Libia, Svizzera, Austria e Austrialia, si sono astenuti. Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha definito il patto «sbilanciato, tendenzioso ed estremamente pericoloso. La migrazione è un fenomeno pericoloso – ha ribadito – perché ha destabilizzato i Paesi di origine e di transito e ha messo a rischio la sicurezza dei Paesi di destinazione».

Nella risposta di Guterres il grazie a tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento del traguardo: il segretario generale delle Nazioni Unite ha citato la società civile, i migranti, le comunità della diaspora ma anche il settore privato, i sindacati, esperti accademici e leader municipali. «Spero che i Paesi che hanno scelto di rimanere fuori dal processo vengano a vedere il valore del Patto e si decidano a partecipare a questa impresa», ha concluso, assicurando che le reti delle agenzie delle Nazioni unite sono pronte a sostenere tutti i partner e gli Stati membri nel «far funzionare la migrazione, per tutti».

20 dicembre 2018