Le proposte avanzate ieri, martedì 4 luglio, dalla Commissione Ue sul versante migrazioni si configurano come azioni riguardanti almeno quattro livelli: Ue, Stati membri, Italia, Paesi terzi. Ma al contempo tali proposte devono fare i conti con la realtà. Così, mentre a Strasburgo Jean-Claude Juncker e Frans Timmermans presentavano ieri il documento dell’Esecutivo in vista del Consiglio dei ministri degli Interni del 6 luglio, il governo di Vienna minacciava di schierare al Brennero blindati e 750 soldati per evitare ingressi di migranti dall’Italia, mentre Francia e Spagna ribadivano la contrarietà ad aprire i loro porti alle navi delle ong che salvano migranti dalla morte nel Mediterraneo. Come ha affermato lo stesso Frans Timmermans a questo riguardo, l’Italia merita aiuto e sostegno, «ma abbiamo altri 27 Stati membri che forse hanno delle altre idee», quindi «vedremo giovedì alla riunione dei ministri dell’Interno che cosa possiamo fare».

«Preoccupazione grave e urgente». Circa le proposte avanzate dalla Commissione, si può forse affermare che non ci siano novità di grande rilievo; appare piuttosto la volontà di concertare una serie di azioni, appunto su più piani, sperando poi che i 27 partner europei tendano davvero la mano all’Italia e non si chiudano dietro muri e omissioni, come fatto finora. Il documento della Commissione porta una premessa: «La perdita di vite e i continui flussi di migranti, soprattutto economici, sulla rotta del Mediterraneo centrale rappresentano un problema strutturale e una fonte di preoccupazione grave e urgente non soltanto per l’Europa ma anche per l’intero continente africano», vi si legge. «Il 30 giugno il ministro dell’Interno italiano Marco Minniti ha inviato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri Ue, il ministro dell’Interno estone Andres Ansvelt, e al commissario per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza Dimitris Avramopoulos, nella quale faceva presente che presto la situazione in Italia non sarebbe più stata sostenibile». La questione della migrazione nel Mediterraneo centrale «sarà all’ordine del giorno della riunione informale dei ministri della Giustizia e degli Affari interni del 6 e 7 luglio»: da qui il contributo della Commissione alla riunione, che peraltro non esclude «ulteriori azioni alla luce dei risultati delle discussioni e degli sviluppi sul campo».