Migranti, Save the Children su nuovo piano Ue: «Inaccettabile»

Preoccupazione per la nuova proposta per fermare i flussi migratori nel Mediterraneo centrale contenuta nella Comunicazione della Commissione

Preoccupazione per la nuova proposta per fermare i flussi migratori nel Mediterraneo centrale contenuta nella Comunicazione della Commissione 

«Respingere le persone in un paese fragile e destabilizzato come la Libia è inaccettabile. Le condizioni disumane nei centri di detenzione libici sono state più volte denunciate da varie Ong. Inoltre, non vi è alcuna certezza che le persone non saranno rimpatriate forzatamente nei loro paesi di origine». È quanto ha affermato Ester Asin, direttore dell’ufficio Advocacy Europa di Save the Children a Bruxelles in merito alla nuova proposta dell’Unione Europea per fermare i flussi migratori nel Mediterraneo centrale, contenuta nella Comunicazione della Commissione.

Un piano su cui Save the Children
esprime «profonda preoccupazione», si legge in una nota dell’organizzazione. «Con il nuovo piano, l’Unione Europea investirà, tra l’altro, circa 3 milioni di euro per la formazione della Guardia Costiera libica nell’ambito delle operazioni di ricerca e salvataggio, con l’intento di fermare le imbarcazioni dei migranti che partono dalla Libia dirette in Europa».

Già in altre occasioni e insieme ad un centinaio di Ong, Save the Children ha sollevato serie preoccupazioni sul cosiddetto Quadro di Partenariato per la Migrazione con la Libia, di cui si discute già dallo scorso anno. Secondo Save the Children, infatti, tale piano «ha come unico obiettivo quello di fermare i flussi migratori a discapito della credibilità europea nel difendere e nel tutelare i valori fondamentali e i diritti umani. Se la nuova Comunicazione della Commissione dovesse ottenere il supporto dei leader dell’Unione Europea che si incontreranno a Malta la prossima settimana, le conseguenze per migliaia di persone disperate in fuga da guerre, persecuzioni e fame saranno gravissime e si teme che un numero molto elevato di persone resterà bloccato in Libia».

Per Asin, quindi, «ancora una volta
, l’Unione europea si sta sottraendo alla propria responsabilità di tutelare i diritti dei migranti, senza offrire alcuna garanzia a uomini, donne e bambini circa il loro futuro dopo che saranno respinti in Libia». Da settembre 2016, Save the Children ha avviato le proprie operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. Da allora l’organizzazione ha tratto in salvo oltre 2.700 persone, tra cui più di 400 bambini.

«Molte delle persone che abbiamo salvato sono estremamente vulnerabili e hanno dovuto affrontare sofferenze indicibili pur di cercare un futuro sicuro in Europa – ha affermato Asin -. Non possiamo che dirci profondamente delusi da un piano che ancora una volta pone l’accento sulla deterrenza nei confronti dei flussi migratori e che non prevede alcun impegno chiaro sull’apertura di canali di accesso sicuri e legali che consentirebbero alle persone bisognose di protezione internazionale e agli altri migranti di raggiungere l’Europa, persone che altrimenti non avranno altra scelta se non quella di intraprendere viaggi molto pericolosi, affidandosi a trafficanti di esseri umani senza scrupoli».

 

27 gennaio 2017