Migranti, Save the Children: centinaia di minori intrappolati sulla rotta balcanica

500 gli under 18 non accompagnati e 400 bambini con le loro famiglie, vittime dei respingimenti dei Paesi Ue ed esposti al rischio sfruttamento

Assicurare subito le misure di protezione necessarie a tutti i minori migranti ai confini esterni e interni dell’Europa e all’interno dei suoi stessi Paesi. La richiesta arriva da Save the Children, in occasione della missione del commissario Ue per gli Affari interni Ylva Johansson in Bosnia ed Erzegovina, dove migranti e rifugiati, tra cui anche 500 minori non accompagnati identificati e 400 bambini con le loro famiglie, sono intrappolati lungo la rotta balcanica nel tentativo di raggiungere l’Europa occidentale, sempre più esposti a gravi rischi a causa di trafficanti e sfruttatori, ma anche delle autorità di frontiera. «Controlli più stringenti e respingimenti sia ai confini esterni dell’Unione Europea che a quelli interni hanno infatti portato a un aumento di violenze e altri abusi nei confronti dei minori e di altri soggetti vulnerabili», denunciano dall’organizzazione.

Cogliendo l’occasione della visita di Johansson per raccogliere una testimonianza diretta sulla situazione dei migranti nelle aree di confine in Croazia e in Grecia, l’organizzazione rivolge il suo appello all’Ue, chiedendo anche che le riforme della legislazione europea sull’immigrazione e l’asilo (fra cui quella del Regolamento di Dublino), in particolar modo per quanto riguarda la condivisione della responsabilità tra Stati rispetto agli arrivi di richiedenti asilo, diano risposte alla sofferenza e ai gravi rischi che questi minori stanno correndo per cercare salvezza in Europa, in molti casi per riunificarsi con i loro famigliari che vivono già in un Paese europeo.

Nelle parole di Anita Bay Bundegaard, direttrice di Save the Children Europe, «i respingimenti dei migranti, tra cui quelli dei minori non accompagnati e delle famiglie con bambini, non avvengono solo ai confini esterni dell’Unione Europea ma anche alle frontiere tra i Paesi membri, come nel caso dei confini tra Italia e Slovenia, e tra Slovenia e Croazia, tra gli altri. È urgente che l’Unione europea e gli Stati membri mettano fine ai respingimenti illegali e diano priorità alla protezione dei minori nelle aree di frontiera, garantendo un corretto accertamento dell’età, protezione e sicurezza per i minori, e consentano un meccanismo regolare e indipendente per la denuncia delle violazioni che sia loro accessibile».

La commissaria Ue, nella sua missione nell’area, visita dunque la Bosnia ed Erzegovina, uno dei principali Paesi di transito della rotta migratoria balcanica. Nel Paese, informano da Save the Children, centinaia di minori non accompagnati identificati e bambini con le loro famiglie sono attualmente ospitati in centri di accoglienza mentre «oltre 2.300 persone, compresi i bambini, dormono all’addiaccio o in condizioni precarie». Secondo l’organizzazione ci sarebbero inoltre minori non ancora identificati come tali a causa della mancanza di procedure adeguate di accertamento dell’età.

«La Commissione europea deve continuare a fornire supporto umanitario in Bosnia ed Erzegovina e pretendere risultati concreti da parte delle autorità –  prosegue Bundergaard -. Allo stesso tempo, l’Unione europea e gli Stati membri devono intraprendere passi concreti per fornire percorsi di accesso all’Ue regolari e sicuri per i rifugiati e i migranti, assicurare l’accesso all’asilo e ai servizi di protezione e condividere la responsabilità della crisi migratoria». Si attende insomma una risposta urgente «alle vaste conseguenze delle regole attuali, comprese le crisi ai confini europei – conclude la direttrice di Save the Children -. Questa opportunità non deve essere persa, perché il miglioramento della legislazione migratoria può consentire di evitare ulteriori sofferenze e i rischi di violenze, traffico e sfruttamento che stanno subendo».

19 febbraio 2021