Migranti, “Papa Giovanni XXIII”: «Si affronti la questione in maniera globale»

La Comunità Papa Giovanni XXIII esprime, in una nota, la «preoccupazione per le scelte fatte dal governo in materia di immigrazione. Consapevoli della complessità della situazione – si legge nel testo -, riteniamo la scelta del Consiglio dei ministri di dichiarare lo stato di emergenza per sei mesi e le conseguenti azioni non sufficienti ad arginare un problema di entità mondiale e non volte a dare soluzioni efficaci in termini di accoglienza e integrazione».

A destare preoccupazione sono, in particolare, i provvedimenti «che mirano a smantellare la protezione speciale, senza la quale ci saranno decine di migliaia di persone irregolari in più, con il conseguente aumento del lavoro nero, dello sfruttamento e dell’evasione fiscale e contributiva». Per la realtà fondata da don Oreste Benzi, «è necessario aprire nuove vie legali di accesso, implementare a livello europeo i corridoi umanitari, salvare la vita delle persone in pericolo in mare e in altri luoghi indipendentemente dalla loro origine e dal loro status. Non si può affrontare il tema delle migrazioni solo in termini di difesa e chiusura», rilevano.

Nel fenomeno della migrazione «sono coinvolti i popoli affamati, quelli che sono in guerra, quelli che vivono in periodi di carestia. Il problema dei flussi migratori è mondiale e per tanto va affrontato in maniera globale – è l’analisi offerta dalla “Papa Giovanni XXIII” -. Ogni persona scartata rischia soltanto di accentuare le tensioni sociali e le sacche di miseria nel nostro tessuto sociale». Proprio per questo, proseguono, «è necessario collaborare tutti perché questa emergenza della storia dei nostri tempi diventi un occasione che umanizza la nostra società e non il contrario. La nostra associazione, da sempre al fianco degli ultimi e degli scartati, dà piena disponibilità a cercare insieme al mondo del terzo settore e alle autorità la via migliore possibile per affrontare questa emergenza», assicurano.

17 aprile 2023