Migranti: nel 2022 solo il 30% è stato assunto e ha documenti
Il dati della campagna “Ero straniero”, pochi giorni dopo il click day del 12 dicembre: firmati 17.951 contratti di soggiorno a fronte di 62mila ingressi stabiliti dalle quote
Negli gli ultimi due anni nonostante le domande inoltrate da aziende e famiglie per lavoratori extraeuropei siano state più del triplo rispetto ai limiti imposti dai decreti flussi, sono ancora migliaia le persone che non entrano in Italia dopo aver ottenuto il visto. E solo il 30% delle domande esaminate, ottenuto il nulla osta, giunge a conclusione con la sottoscrizione del contratto di soggiorno e il rilascio del permesso di soggiorno. A fotografare l’impatto degli interventi normativi in materia di ingressi per lavoro nel nostro Paese sono i dati del dossier “La lotteria dell’ingresso per lavoro in Italia: i veri numeri del decreto flussi” della campagna Ero straniero, presentati al Senato ieri, 20 dicembre.
Il documento arriva pochi giorni dopo il click day – 12 dicembre – per l’avvio delle procedure di ingresso dei lavoratori e lavoratrici stagionali dall’estero, e punta la lente d’ingrandimento sull’efficacia del sistema dei decreti flussi anche alla luce degli interventi normativi recenti. A essere esaminati sono i dati reali – riferiti al 2022 e a parte del 2023 – ottenuti attraverso una serie di accessi agli atti al ministero dell’interno. Prendendo in esame la procedura del click day, il datore di lavoro la cui domanda è rientrata nelle quote, riceva dallo sportello unico immigrazione della prefettura il nulla osta al lavoro e all’ingresso in Italia della persona che vuole assumere. Segue il rilascio del visto da parte del consolato italiano nel paese di origine. Una volta ottenuto il visto, lavoratrici e lavoratori entro 8 giorni dall’ingresso devono poi recarsi in prefettura insieme ai datori di lavoro per stipulare il contratto di soggiorno e chiedere il rilascio del permesso di soggiorno.
Secondo il dossier, rispetto alle domande inoltrate, nel corso del 2022 e del 2023, i nulla osta rilasciati sono inferiori ai posti disponibili: «un numero consistente di domande -spiegano da di Ero straniero – non arriva al secondo passaggio della procedura per l’ingresso, e cioè il rilascio del nulla osta. Si tratta di migliaia di posti di lavoro che vanno perduti. Una volta ottenuti il nulla osta e il visto, poi, una quota cospicua di lavoratrici e lavoratori non fa ingresso in Italia». Considerando il 2022, «su 55.013 nulla osta rilasciati – tra stagionali e non -, risultano esserci ancora 3.183 persone che non hanno fatto ingresso in Italia, pur avendo ricevuto il visto. Lo stesso vale per le domande del 2023: fino ad agosto scorso, su 65.662 nulla osta rilasciati, 19.082 persone non risultano essere arrivate in Italia».
A preoccupare è il dato relativo al rapporto tra le quote stabilite e i contratti di soggiorno effettivamente sottoscritti: nel 2022 per il canale “stagionale” a fronte di 42mila ingressi stabiliti dalle quote, sono solo 12.708 i contratti di soggiorno sottoscritti – circa il 30% – mentre per il canale “non stagionale” ci si ferma a 5.243 contratti su 20mila quote. Ciò vuol dire che solo un terzo di lavoratrici e lavoratori che entrano in Italia riesce a stabilizzare la propria posizione lavorativa e avere i documenti, mentre la maggior parte, impiegata dalle aziende col solo nulla osta, una volta terminato tale impiego, è destinata a scivolare in una condizione di irregolarità e quindi di estrema ricattabilità e precarietà. Rispetto alla distribuzione territoriale di quote, nulla osta rilasciati e contratti sottoscritti, si segnala una differenza nell’andamento a livello regionale e una maggiore efficacia della procedura nelle province del nord. Nel settentrione il 30% dei nulla osta è trasformato in contratti di soggiorno. Seguono il centro con il 17% e il sud solamente con poco più del 12%.
21 dicembre 2023